Bari, nel Parco Rossani sesso in cambio di droga a pochi passi dalle giostre per i bambini

Gli occhi delle telecamere tutto vedono e tutto registrano nel parco Rossani, al quartiere Carrassi di Bari, dove bande di minorenni aggrediscono ragazzini, dove extracomunitari spacciano sullo stesso banchetto borse contraffatte e bustine di droga, dove giovanissime si prostituiscono per un “pezzo di roba”. Non lontano dalle giostrine colorate su cui si arrampicano i più piccoli, o dal campo di basket dove si pratica sano sport, un mondo clandestino ha preso possesso delle panchine e dei viali.

Proprio come è avvenuto negli anni scorsi nel parco 2 giugno, dove 15enni da mesi venivano picchiati da coetanei, costretti a inginocchiarsi, a baciare i piedi del capobranco per non essere pestati, derubati e scherniti. Succedeva da tanto, e da tanto le mamme raccomandavano ai figli, appena liceali, di non andarci da soli, prima che la bomba esplodesse, che due, tre, di quelle vittime scegliessero di denunciare i loro babyaguzzini ai carabinieri. E allora, un anno fa, le indagini si sono mosse, accendendo i fari sui viali di parco 2 giugno, sul campo da basket e le panchine, e scoprendo che quelle babygang esistevano, inquadrate dalle telecamere.

Tre furono le persone arrestate, due quelle giuste, la terza invece no, per un errore di persona al quale ancora non si pone rimedio. E ora, mentre i due terzi di quel branco che pascolava a parco 2 giugno restano impuniti, la situazione si ripete. Uguale, con le stesse modalità, le stesse parole addirittura. È successo domenica, non ancora sera, ne ha dato notizie in esclusiva “L’Edicola del Sud” nell’edizione di ieri. Erano le 18.45 quando due diciassettenni sono stati derubati, picchiati, umiliati da una baby gang, sotto gli occhi elettronici delle telecamere che svettano un po’ ovunque, celebrate anche nell’inaugurazione in pompa magna del nuovo parco a marzo 2022, utili in occasione di quella aggressione omofoba del 3 luglio scorso quando due persone erano state ferite da pietre.

I responsabili, manco a dirlo tre minorenni, furono individuati dagli agenti del commissariato di Bari Carrassi e, su provvedimento del Questore, sottoposti a Dacur, il Daspo urbano, che proibisce loro, a partire dal 9 agosto e per sei mesi, di accedere agli esercizi pubblici e ai locali di pubblico trattenimento del quartiere Carrassi di Bari, nel perimetro compreso tra via Benedetto Croce, via Capruzzi, via Giulio Petroni e via Papa Giovanni XXIII, compreso il Parco Rossani, e di stazionare nelle immediate vicinanze. Sei mesi che sono ormai agli sgoccioli, mentre altri due ragazzini sono stati oggetto di “attenzioni” del branco e le forze dell’ordine, stavolta, non se ne sono viste. «Più di una volta abbiamo incontrato ragazzi che ci hanno chiesto se ne “volevamo un poco”», ha detto uno di quei ragazzini che oggi sconta ancora il terrore di domenica. Il loro caso, l’ultimo episodio va allora a inserirsi in un più ampio fascicolo d’indagine aperto dagli investigatori del commissariato di Bari Carrassi, che da tempo monitorano i “fenomeni” illeciti all’interno di uno spazio progettato per il relax dei baresi, per consentire ai ragazzi di intrattenersi in sicurezza, ma che è terra di baby gang.

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