Torneranno a farsi ascoltare in Prefettura le mamme del gruppo Bullistop, nato lo scorso anno per sensibilizzare sul tema del bullismo e della violenza tra minori. La delegazione, capeggiata dalla portavoce Alba Nardone, questa mattina incontrerà la prefetta Antonella Bellomo per discutere delle azioni messe in campo dalle forze dell’ordine e per chiedere, innanzitutto, più controlli e maggiore sicurezza sul territorio, primo passo per intercettare e contrastare le aggressioni ormai sempre più numerose.
«Abbiamo formato questa delegazione, come già avvenuto lo scorso anno, soprattutto per far sapere alle istituzioni che c’è un gruppo attivo di genitori che vuole proteggere i propri figli e combattere l’indifferenza della gente, indifferenza che ha un suo peso specifico». Il gruppo è nato infatti a seguito di un’aggressione ai danni di un ragazzo all’uscita del Parco due giugno, colpito da tre coetanei. Ma per Nardone la repressione non basta, servono invece interventi strutturali che incidano su quella che è ormai a tutti gli effetti la manifestazione di atti di microcriminalità. «Nell’incontro dello scorso anno – spiega Alba Nardone – il Prefetto ha spiegato come agiscono le volanti sul territorio. Quando si verifica un’aggressione le forze dell’ordine agiscono molto velocemente. Anche per questo non siamo di fronte a una situazione che si può risolvere con l’intervento dell’esercito. Il primo passo resta in ogni caso denunciare».
Gli episodi che si stanno verificando negli ultimi mesi sono molto diversi da quelli che hanno interessato i parchi cittadini e per i quali si sono raggiunti dei risultati concreti: denunce e in alcuni casi condanne. «C’è un sottobosco criminale che non conosciamo e non possiamo conoscere – conclude Nardone – le istituzioni stanno lavorando, e lo sappiamo, ma proprio per questo chiediamo alle autorità, a partire dal sindaco e dal Prefetto, di prendere una posizione forte e chiara sul fenomeno della violenza. Noi da parte nostra ci mobiliteremo per portare iniziative e percorsi educativi nelle scuole e nelle parrocchie continuando ad ampliare la rete creata con Bullistop. Maggiori garanzie e sicurezza, sì, ma le pattuglie e la polizia in borghese non bastano».