Sabino Capriati, nipote del boss omonimo e figlio di Lello ucciso lo scorso aprile in un agguato a Torre a Mare, è tornato in carcere.
Condannato a tre anni di reclusione per lesioni aggravate per un episodio avvenuto quando era minorenne, Capriati era stato trasferito ai domiciliari ad agosto ma, poco più di un mese dopo, il 12 settembre scorso, è stato riportato in carcere.
L’arresto avvenuto a Bari vecchia, però, è stato trasformato in un vero e proprio “cortometraggio“, documentato e condiviso sui social dalle persone che vi hanno assistito. Ogni istante del nuovo arresto, dunque, è stato ripreso e pubblicato sui social, con tanto di commenti ed elogi.
La vicenda di Sabino Capriati è l’ennesima dimostrazione di come i social media siano diventati uno strumento di propaganda ed esibizione per le mafie, come già accaduto giorni fa con un profilo TikTok in cui venivano resi pubblici i nomi di pentiti della Sacra corona unita.