Bari, i ladri concedono il bis: secondo raid nel caf. Sale l’allarme

Seconda irruzione in un caf del patronato Epas a Bari nel giro di poco meno di un mese. Questa volta a finire nel mirino di ignoti è stato l’ufficio di via dei Mille, nel quartiere San Pasquale. I ladri hanno raccolto un bottino molto magro, poche decine di euro di fondo cassa che vengono utilizzati dalla proprietaria del caf, Cinzia de Tullio, per fare fronte alle piccole spese quotidiane.

«Abbiamo chiuso l’ufficio regolarmente alle 19.30 come tutte le sere, quando abbiamo riaperto ieri mattina alle nove ci siamo accorti che la serranda era stata forzata e la porta rotta – racconta de Tullio – Hanno rovistato nei cassetti e nei mobili e buttato all’aria il contenuto. I computer sono stati lasciati integri e non li hanno portati via, e sono l’unica cosa veramente di valore presente nell’ufficio. Pensavano di trovare non so quale refurtiva ma noi abbiamo solo un piccolo fondo cassa per fare fronte alle nostre necessità e alle piccole spese. È stato più il fastidio di dover ripristinare e mettere in ordine l’ufficio, lo schedario e tutta la documentazione». Il patronato ha sede all’interno del quartiere da 21 anni e in zona è molto conosciuto e frequentato. L’episodio ha sollevato molte perplessità da parte della proprietaria che non si aspettava potesse succedere proprio a una struttura come la loro. «Siamo un patronato che ha sede nel quartiere da 21 anni, non sono mai accaduti episodi e disagi simili. Non credo che si tratti di qualcuno del posto perché sanno benissimo che all’interno di questi uffici non abbiamo nulla – continua a raccontare – non siamo un ufficio commerciale che gestisce denaro ma ci occupiamo di pratiche e richieste quindi mi meraviglio che sia potuto succedere proprio a noi. Non so proprio cosa sia scattato nella testa di chi ha agito».

Lo scorso 30 agosto a subire un furto simile con spaccata era stato un altro patronato Epas, questa volta in via Cardassi nel quartiere Madonnella. Anche in quel caso chi si è introdotto negli uffici aveva portato via pochi spiccioli e un vecchio computer portatile, dopo aver rotto la vetrina e messo a soqquadro cassetti e schedari. Furti che, visti i magri ricavi, i proprietari non riescono a spiegarsi razionalmente, a meno di non pensare a qualcuno che non sa precisamente che tipo di realtà sta andando a colpire.

«O hanno avuto poco tempo, oppure è qualcuno che non aveva idea di cosa facciamo. È brutta l’idea che uno o più sconosciuti si siano introdotti in un ambiente dove si passa la maggior parte del tempo, come se avessero violato casa tua – conclude Cinzia de Tullio – Qui nel quartiere mi conoscono bene, sanno quello che facciamo e che non gestiamo denaro quindi probabilmente sarà gente estranea o comunque non del posto. All’inizio ho pensato anche a qualche tipo di ritorsione, magari per una pratica non attivata, ma di solito quando è così fanno più danni. Invece noi non ne abbiamo avuti, non hanno rotto niente ma solo buttato all’aria i documenti. Uno che si introduce in un ufficio per fare uno sfregio come minimo distrugge un computer o cerca di rompere una vetrata, come quella che è nella nostra sede».

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