Quattro detenuti di origine foggiana avrebbero tentato di evadere dal carcere minorile “Fornelli” di Bari. A denunciarlo sono il Coordinamento sindacale penitenziario (Cosp) e la Confederazione autonomia italiana di polizia penitenziaria (Conaippe).
Stando a quanto riferiscono i sindacati il «maldestro» tentativo dei quattro ragazzi sarebbe stato bloccato dal pronto intervento degli agenti della polizia penitenziaria che li avrebbero fermati prima ancora di lasciare la cella.
È accaduto ieri pomeriggio quando in turno c’erano solo tre agenti nei reparti e un ispettore addetto alla sorveglianza generale.
Durante una delle visite di ispezione, uno dei poliziotti sarebbe stato attirato da rumori provenienti da una cella in cui sono ristretti i quattro detenuti foggiani. L’agente avrebbe così deciso di procedere a un controllo scoprendo un foro nella parete che sarebbe stato realizzato con pezzi di legno ricavati da tavoli e sedie e pezzi di ferro rimossi dai letti. Così i quattro avrebbero scavato il foro nel muro.
I quattro, una volta scoperti, avrebbero ammesso che l’obiettivo era quello di evadere dal carcere.
I detenuti, riferiscono i sindacati, «sono stati mantenuti nella stessa cella e nello stesso reparto in attesa di ordini superiori che, per quanto di nostra conoscenza, da ieri sera e fino a questa mattina erano ancora attesi dal personale di servizio».
Il carcere minorile di Bari, si legge ancora in una nota congiunta di Cosp e Conaippe, «conta 31 detenuti e gli accadimenti delle ultime settimane hanno mostrato una popolazione minorile, che minore non è, di notevole aggressività e criminalità».
I sindacati auspicano un «urgente intervento del Dgmc [Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, ndr] di Roma e del Cgm [Centro per la giustizia minorile, ndr] di Bari su quanto sta accadendo e sulla distanza che si continua a mantenere tra il personale di polizia operante e chi amministra e dirige la struttura, luogo dove verrebbero ancora disattesi accordi sindacali relativi alla mobilità interna e alla scelta unilaterale e discutibile di operatori di polizia nelle postazioni fisse a carica speciale dove spetterebbe ai vincitori e non a chi appare essere vicino all’amministrazione territoriale», concludono i sindacati.