Il personale sanitario di un’ambulanza è stato aggredito all’esterno del Pronto soccorso di Bari da alcuni parenti di un uomo rimasto ferito in un incidente stradale che si è verificato la scorsa notte alla periferia del capoluogo pugliese.
L’aggressione è avvenuta perché, secondo i familiari della vittima, il mezzo avrebbe trasportato troppo lentamente il ferito in ospedale.
L’ambulanza, medico, autista e un’infermiera, è arrivata sul luogo dell’incidente intorno all’una e trenta e dopo aver catalogato l’infortunato più grave con il codice giallo (per un trauma alla cervicale), lo trasportato al Policlinico.
Durante il tragitto, il mezzo del 118 è stato seguito da un veicolo dei familiari dell’uomo. Una volta giunti a destinazione l’equipaggio avrebbe ricevuto delle violenze verbali e fisiche da parte di una decina di persone.
La soccorritrice avrebbe subito una lesione del timpano dell’orecchio dovuta ad un pugno tirato da un aggressore, guaribile in una settimana.
Sul posto sono arrivati per primi i colleghi dei soccorritori, che hanno provveduto a curare tutti i feriti. In seguito sono giunti i carabinieri che hanno ascoltato i presenti e stanno valutando l’operato degli aggressori.
Il Policlinico di Bari e la struttura sanitaria di “San Paolo”, a cui l’ambulanza faceva capo, hanno condannato i fatti avvenuti la scorsa notte e, assicurano, faranno di tutto per salvaguardare la figura e l’operato dei soccorritori.
«È l’ennesima dimostrazione di quanto denunciamo da mesi: il personale sanitario pugliese è troppo spesso abbandonato al proprio destino, sfiancato da turni massacranti e in balia di reazioni sconsiderate senza alcuna protezione. Così non si può andare avanti, questa situazione è inconcepibile». Commentano i commissari straordinari di Uil Puglia e Uil Fpl Puglia, Emanuele Ronzoni e Paola Bruno.
«Purtroppo – aggiungono – simili vicende stanno diventando una pericolosa abitudine. Non capiamo cosa altro debba accadere per indurre la Regione Puglia e i direttori delle Asl ad aprire un confronto serrato, un tavolo monotematico con le organizzazioni sindacali per individuare misure finalmente efficaci contro questi fenomeni, a cominciare da un piano di assunzioni straordinario che adegui il personale sanitario alle necessità delle comunità locali ed eviti turni di lavoro insostenibili. Inoltre, forse sarebbe il caso di prendere in esame seriamente la possibilità di prevedere misure di controllo e sicurezza più serrate nei presidi ospedalieri del territorio».