A dare ascolto alle statistiche si direbbe che a Bari l’omicidio non è più di moda. Costa forse troppa fatica e rischia di fare troppa “ammuina”, richiamando non solo la vendetta del clan avversario, ma anche una stretta da parte delle forze dell’ordine.
Rivolgendo lo sguardo al capoluogo di Regione il dato, redatto nel report del Servizio Analisi Criminali del Viminale, parla chiaro: se non risultano vittime di assassinio a Bari nel 2020, sono tre le persone uccise invece nel 2021, nessuna delle quali è una donna: l’11 marzo è stato ucciso con tre colpi di pistola, in via Petrelli, il 29enne albanese Santino Xhyra; il 2 aprile il 45enne barese Giuseppe De Mattia, già noto alle forze dell’ordine, accoltellato al torace durante una lite in via Ravanas; il 12 maggio è stato rinvenuto in un casolare a Carbonara il 46enne rumeno Mihalcea Vasile, stroncato da un colpo di arma da taglio. Una sola vittima nel primo semestre dell’anno in corso: il 21enne somalo Abdi Aboala, ritrovato morto con un profondo taglio alla gola sui binari della stazione il 17 febbraio scorso.
Le statistiche sono una fonte piuttosto arida per effettuare valutazioni di ordine sociale sui fenomeni importanti, specialmente quando si parla di omicidi. D’altra parte, consentono un approccio basato su dati indiscutibili.
Il Servizio Analisi Criminale del ministero dell’Interno ha diffuso un report dedicato agli omicidi avvenuti in Italia, presentando i totali ma anche i dati disaggregati per Regione. La relazione, è stata basata sulle comunicazioni fornite da tutte le forze di polizia ed ha rivolto un occhio di riguardo alle vittime di sesso femminile.
In particolare, dopo i numeri complessivi del 2020 e del 2021, l’ufficio ministeriale ha fornito anche un raffronto tra i dati del primo semestre 2021 e quelli dell’analogo periodo di quest’anno. Emerge qualche dato interessante che vale la pena esaminare.
Se gli omicidi in Puglia erano stati 22 nell’anno 2020 (di cui 5 donne), sono aumentati nel 2021 toccando quota 25 (di cui 8 donne). Nel primo semestre 2022 sono stati 8 (nessuna donna; nella prima metà del 2021 erano stati 12, di cui 5 donne). La diminuzione del trend su base regionale conforta.
Dati, come si può desumere, che offrono un quadro di maggiore sicurezza pubblica –almeno relativamente agli omicidi e, per fortuna, anche ai femminicidi- sicuramente rispetto ad altri territori che sono afflitti da statistiche ben più “pesanti”, anche per la presenza di frange agguerrite e temibili della criminalità organizzata, come avviene, ad esempio, in provincia di Foggia.
Al contempo, dati che consentono di confermare la validità delle principali strategie di controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine e di indirizzare gli interventi di prevenzione, di pubblica sicurezza ma anche sociali, sui settori di degrado nei quali si sono concentrati gli episodi delittuosi.