A 32 anni dal femminicidio di Santa Scorese, Giuseppe Dimauro è tornato a perseguitare la sorella della ragazza che aveva ucciso a coltellate dopo averla ossessionata per anni.
Il femminicidio avvenne nel 1991 e Dimauro fu riconosciuto incapace di intendere e ricoverato in un ospedale psichiatrico giudiziario per 10 anni. Ora è stato arrestato di nuovo, con l’accusa di stalking nei confronti della sorella della vittima. Dimauro è ai domiciliari con il braccialetto elettronico in una Rsa.
È da lì che ha ricominciato a manifestare la sua ossessione per la ragazza che ha ucciso scrivendo una lettera destinata alla sorella di Santa, Rosa Maria, ma recapitata ad una cugina omonima, dalla quale si capisce che l’uomo è informato sulla vita della sorella della sua vittima, che da dopo il delitto è molto impegnata anche in iniziative pubbliche per la lotta contro la violenza sulle donne. Nella lettera Dimauro forniva dettagli sul numero di coltellate utilizzato per uccidere Santa, e spiega che «se Santa mi avesse pregato di non ucciderla, io non l’avrei uccisa».
Poi chiede a Rosa Maria di far rinascere sua sorella attraverso una sorta di clonazione e fornisce indicazioni anche sul medico genetista a cui rivolgersi negli Stati Uniti. La lettera è stata poi seguita da messaggi su messenger fino a che Rosa Maria, denunciando l’accaduto, ha consentito l’arresto dell’uomo che è stato eseguito sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Bari.
Dopo il manicomio giudiziario, Dimauro era stato in libertà vigilata e sottoposto a cure psichiatriche.
Nei confronti di Santa Scorese, che all’epoca dell’omicidio aveva 23 anni, la Chiesa ha avviato il processo di beatificazione e sulla sua storia è stato anche realizzato un film.