È stata domata la rivolta scoppiata nel carcere di Bari “Francesco Rucci” intorno alle 17, che avrebbe coinvolto una trentina di detenuti. Stando alle prime informazioni, i disordini avrebbero riguardato seconda sezione, dove si troverebbero almeno 80 detenuti per reati comuni, alcuni dei quali affetti da patologie anche di natura psichiatrica. Un infermiere era stato preso in ostaggio, poi rilasciato, e almeno un agente di polizia penitenziaria sarebbe rimasto ferito negli scontri. I soggetti implicati sono stati perquisiti e ricondotti nelle celle, mentre i capi rivolta sono già stati trasferiti.
«Avevamo denunciato alcuni giorni fa che sarebbe stato un Ferragosto di sangue – ha affermato Domenico Mastrulli, presidente nazionale del Conaippe – Oggi a Bari è l’ennesima dimostrazione di un’assenza dello Stato. Chiediamo l’invio del Gruppo di intervento operativo della Polizia penitenziaria e del gruppo speciale, con l’aiuto e il supporto dell’Esercito intorno al muro di cinta. A Bari in 60 giorni ci sono stati tre tentativi di evasione e multiple aggressioni. Basta, basta, basta. Chiediamo lo stato d’emergenza per le carceri italiane».
Rinforzi sono arrivati a Bari dalle carceri della regione, insieme alle squadre della Digos. Secondo quanto si apprende da fonti del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, intorno alle 18:30, nella seconda sezione del reparto media sicurezza, tre detenuti avrebbero rifiutato di rientrare nelle camere di pernottamento al termine della socialità. Si sarebbero impossessati delle chiavi e aperto la porta della cella di un internato che ha aggredito l’addetto alla sezione. L’agente, colpito più volte al volto, è attualmente in pronto soccorso in attesa di effettuare gli accertamenti diagnostici. All’aggressione hanno partecipato anche gli altri tre detenuti, probabilmente in stato di alterazione alcolica.
«Risulterebbe il ferimento di un poliziotto penitenziario. Al carcere stanno affluendo dall’esterno poliziotti penitenziari liberi dal servizio. Si ha il motivato timore che la situazione del carcere di Bari in cui sono allocati detenuti anche appartenenti alle famiglie criminali del territorio possa degenerare ulteriormente ovvero la rivolta in corso possa servire da innesco per altre realtà penitenziarie pugliesi anch’esse in precarie condizioni di organico e di vivibilità», afferma il segretario generale dell’Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria, Leo Beneduci.
Negli scontri sono stati danneggiati suppellettili, letti e alcune brande, usate per scardinare i cancelli. Temporaneamente, intanto, nel carcere di Bari sono attesi rinforzi a sostegno del personale.