Ancora un’aggressione, nel carcere di Bari, contro un agente di polizia penitenziaria.
È accaduto domenica scorsa, nella quarta sezione, dove si trovano i detenuti ad alta sicurezza, quando l’agente ha invitato un detenuto barese di circa 40 anni appartenente ad un pericoloso clan, in carcere per associazione mafiosa, a rientrare nella propria cella una volta terminate le attività all’esterno. A quel punto in maniera inaspettata, l’agente è stato colpito con alcuni pugni al collo ed alla spalla riportando lesioni guaribili in 10 giorni.
Il Sappe, sindacato autonomo di polizia penitenziaria ricorda che «da tempo sta denunciando i gravissimi eventi critici che avvengono nel carcere di Bari ove la violenza e la prepotenza la fanno da padrone».
«Come mai nessuno si preoccupa davanti al fatto che nelle ore serali e notturne non più di 10/11 poliziotti presidiano un carcere con circa 450 detenuti, di cui moltissimi appartenenti a pericolosi clan criminali? Cosa deve accadere in un carcere per far preoccupare i responsabili della sicurezza pubblica?», chiede il sindacato che invoca l’utilizzo del taser.