SEZIONI
SEZIONI
Bari
Sfoglia il giornale di oggiAbbonati

Bari, 40enne morto dopo tre interventi: chirurghi sotto processo

Una complicanza inevitabile, secondo il chirurgo barese Enrico Restini, la morte del 40enne Antonio Morleo, deceduto dopo tre interventi chirurgici, il 30 aprile 2014, alla clinica Mater Dei di Bari. Imputati con lui anche i colleghi Luigi Rosario Viola e Biagio Orlandi. Ieri in aula, il chirurgo è comparso dinanzi al giudice monocratico Antonio Donato…

Una complicanza inevitabile, secondo il chirurgo barese Enrico Restini, la morte del 40enne Antonio Morleo, deceduto dopo tre interventi chirurgici, il 30 aprile 2014, alla clinica Mater Dei di Bari. Imputati con lui anche i colleghi Luigi Rosario Viola e Biagio Orlandi.

Ieri in aula, il chirurgo è comparso dinanzi al giudice monocratico Antonio Donato Coscia, e ha raccontato quello che, secondo lui, sarebbe accaduto nelle quattro settimane di calvario di Antonio Morleo, ricoveratosi alla Mater Dei il 4 aprile 2014 per la rimozione di un polipo dall’intestino. «Il paziente era cardiopatico», ha spiegato Restini al tribunale, illustrando le condizioni fisiche, il tipo di intervento eseguito, e le possibili cause della morte, forse una complicanza dovuta a farmaci e anestetici.

A sostenere la stessa tesi, il suo consulente e collega, Francesco Corcione, che si era dichiarato indisponibile a testimoniare nella precedente udienza perché proprio quel giorno avrebbe dovuto intervenire al programma televisivo “Elisir”.

I fatti, risalenti a otto anni fa, hanno rischiato di andare in prescrizione, flop evitato grazie alla decisione del giudice di sospendere i termini, dopo aver ereditato il fascicolo da un collega ed essere stato costretto, dunque, a ricominciarlo da zero.

Secondo l’accusa, sostenuta dalla pm Bruna Manganelli e fondata sulla consulenza dei medici legali Biagio Solarino e Angela Pezzolla, i tre medici sarebbero colpevoli di omicidio colposo per shock settico, dopo aver commesso una serie di errori medici nella gestione del caso.

Il 4 aprile 2014 Morleo, originario di Torre Santa Susanna, fu sottoposto al primo intervento chirurgico per mano di Restini, per rimuovere un polipo. Ma dopo alcuni giorni cominciò a star male, e l’11 aprile fu operato nuovamente da Restini, e ancora il 21 aprile ci fu il terzo intervento per riparare la perforazione duodenale che si era creata. In tutto questo periodo, accusa la Procura, nessuno dei tre medici avrebbe diagnosticato la perforazione provocata dal primo intervento né lo avrebbe sottoposto a una Tac con liquido di contrasto, capace di evidenziarlo. «Tale omissione – si legge nel decreto che dispone il giudizio – ha ritardato l’esecuzione del terzo intervento, necessario per riparare la lesione duodenale».

Nel processo si sono costituiti parte civile i familiari della vittima. La prossima udienza è fissata per il 6 luglio.

ARGOMENTI

bari
malasanità

CORRELATI

string(0) ""

Lascia un commento

Bentornato,
accedi al tuo account

Registrati

Tutte le news di Puglia e Basilicata a portata di click!