Un anno e quattro mesi di reclusione, ma soprattutto una provvisionale di 160mila euro nei confronti dei genitori e della sorella del 40enne Antonio Morleo, deceduto dopo tre interventi chirurgici, il 30 aprile 2014, alla clinica Mater Dei di Bari.
È la condanna per omicidio colposo disposta ieri pomeriggio, al termine di una lunga udienza, dal giudice monocratico Antonio Donato Coscia, nei confronti del noto chirurgo barese Enrico Restini. Il 4 aprile 2014 Morleo, originario di Torre Santa Susanna, fu sottoposto al primo intervento chirurgico per mano di Restini, per rimuovere un polipo.
Ma dopo alcuni giorni cominciò a star male, e l’11 aprile fu operato nuovamente da Restini, e ancora il 21 aprile ci fu il terzo intervento per riparare la perforazione duodenale che si era creata. In tutto questo periodo, accusa la Procura, nessuno dei tre medici avrebbe diagnosticato la perforazione provocata dal primo intervento né lo avrebbe sottoposto a una Tac con liquido di contrasto, capace di evidenziarlo.
«Tale omissione – si legge nel decreto che dispone il giudizio – ha ritardato l’esecuzione del terzo intervento, necessario per riparare la lesione duodenale». Ed è questa la tesi in base alla quale il giudice ha condannato Restini (assistito dall’avvocata Rosita Petrelli), assolvendo invece i colleghi Luigi Rosario Viola e Biagio Orlandi (difesi rispettivamente da Gabriella Eletti e Francesco Digilio).
Il magistrato ha anche disposto a carico di Restini e, in solido della Mater Dei, una provvisionale da 160 mila euro nei confronti dei familiari della vittima.
I fatti, risalenti a otto anni fa, hanno rischiato di andare in prescrizione, flop evitato grazie alla decisione del giudice di sospendere i termini, dopo aver ereditato il fascicolo da un collega ed essere stato costretto, dunque, a ricominciarlo da zero.
Secondo l’accusa, sostenuta dalla pm Bruna Manganelli e fondata sulla consulenza dei medici legali Biagio Solarino e Angela Pezzolla, Restini sarebbe colpevoli di omicidio colposo per shock settico, dopo aver commesso una serie di errori medici nella gestione del caso.
Il chirurgo, ascoltato nelle precedenti udienze, aveva invece sostenuto che il decesso era sopravvenuto per una complicanza dovuta all’effetto di farmaci e anestetici su Morleo che era cardiopatico. Una tesi evidentemente non condivisa dal giudice Coscia che ha condannato Restini.