Barche sequestrate dopo l’arrivo dei migranti nel Leccese e, dopo la confisca, affidate ad associazioni “non profit” erano state vendute o smontate per ripianare debiti o, presumibilmente, per utilizzarne diversamente alcuni componenti.
È quanto hanno scoperto i finanzieri della Sezione operativa navale di Gallipoli che hanno denunciato sei persone e sequestrato una barca.
In un caso, un’associazione aveva venduto l’imbarcazione a una società per ripianare un debito.
In un’altra circostanza, invece, un Ente pubblico non sarebbe riuscito a spiegare perché delle due barche che gli erano state affidate una fosse completamente scomparsa mentre l’altra, a cui mancavano i tre motori entrobordo, fosse stata abbandonata in un cantiere navale.