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Arresti per mafia a Bari, Decaro: «Infamia per la città. Comprare voti è un cappio per la democrazia»

Ospite di MattinoNorba, il sindaco di Bari, Antonio Decaro, ha commentato l'operazione che ieri ha portato all'arresto di oltre 130 persone nel capoluogo pugliese. «Comprare i voti - ha detto il primo cittadino - vuol dire prendere a calci la democrazia, se li compri dalla criminalità organizzata, metti il cappio al collo alla democrazia e…

Ospite di MattinoNorba, il sindaco di Bari, Antonio Decaro, ha commentato l’operazione che ieri ha portato all’arresto di oltre 130 persone nel capoluogo pugliese.

«Comprare i voti – ha detto il primo cittadino – vuol dire prendere a calci la democrazia, se li compri dalla criminalità organizzata, metti il cappio al collo alla democrazia e il cappio piano piano si tira, soffocando la democrazia. È una cosa vergognosa e infame. Utilizzare la criminalità organizzata per andare ad occupare un posto in Consiglio comunale è da infami, una infamia per la città. È una cosa che dobbiamo condannare tutti, da destra a sinistra».

Decaro ha ricordato che gli indagati dalla Dda barese «erano miei avversari alle elezioni, ma dalla mia parte politica sono successe le stesse cose» e ha sottolineato che «quando mi sono candidato ho fatto due denunce, ho accompagnato una persona in questura perché aveva ricevuto un messaggio in cui venivano offerti 30 euro, 100 euro portando altre due persone, per fare il rappresentante di lista e votare me. Facendo un calcolo in base a quel messaggio, mille voti, 30mila euro».

Bari, ha proseguito Decaro, «non è più la città degli anni Novanta in mano alla criminalità organizzata, ha reagito, ha iniziato a non girare la testa dall’altra parte – ha sottolineato – ma quello che abbiamo letto ci fa capire che c’è ancora una zona grigia in cui prolifera il rapporto tra la criminalità organizzata e le attività economiche e commerciali della città. Dobbiamo alzare tutti la soglia di guardia e aumentare gli anticorpi. Anche perché, dopo tanti anni sappiamo chi fa queste cose. Una parte è stata emarginata, per fortuna, ma facciamo l’ultimo sforzo», ha concluso.

Parlando del coinvolgimento nell’inchiesta dell’Amtab, l’azienda municipalizzata che si occupa del trasporto pubblico locale, Decaro ha evidenziato che «le pressioni di un dipendente legato al clan al suo superiore per fare delle assunzioni temporanee» sono «il frutto di una serie di norme che hanno portato ad assunzioni di persone legate ai clan criminali all’interno di aziende pubbliche. Mi riferisco alla clausola sociale e alle stabilizzazioni».

Per Decaro «alcuni, anche attraverso la clausola sociale e la stabilizzazione, hanno avuto un riscatto sociale potendo contare su un lavoro, si sono allontanati dalla famiglia criminale, non bisogna fare di tutta l’erba un fascio ma altri non l’hanno fatto».

Il sindaco ha evidenziato che «oggi parliamo dell’Amtab, ieri dell’Amiu e domani il problema potrebbe riguardare altre aziende, come quelle sanitarie tipo il Policlinico dove ci sono altri elementi che appartengono a famiglie criminali. Tra qualche mese non sarò più il sindaco ma sono stato orgoglioso di esserlo di una città che si è schierata contro la criminalità organizzata tante volte, anche con le denunce, bisogna stare attenti, bisogna alzare il livello di guardia», ha concluso.

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