È arrivato con qualche minuto di anticipo rispetto all’orario stabilito dalla gip Ilaria Casu, l’ex assessore regionale all’Urbanistica Alfonsino Pisicchio, ai domiciliari da mercoledì scorso assieme a suo fratello Enzo, detto Roberto nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Bari con le accuse, a vario titolo, di presunta corruzione relativa ad alcuni appalti, turbativa d’asta, emissione di fatture per operazioni inesistenti, truffa, turbata libertà degli incanti, finanziamento illecito dei partiti.
L’interrogatorio di Alfonsino Pisicchio, assistito dall’avvocato Salvatore D’Aluiso, è durato circa due ore. L’ex assessore regionale ha risposto alle domande della gip sul suo ruolo nella presunta gestione illecita di appalti in cambio di voti. Suo fratello, stamattina, ha invece scelto di non parlare, riservandosi di farlo in seguito.
«La corruzione ci può essere se il soggetto ha contribuito alla mistificazione della gara, si è avuto invece modo di ribadire che rispetto alla gara in oggetto, il professor Alfonso Pisicchio è assolutamente estraneo». Appena terminato l’interrogatorio di garanzia dinanzi alla gip Ilaria Casu, il difensore di Pisicchio (ai domiciliari da una settimana), l’avvocato Salvatore D’Aluiso ha sintetizzato le risposte dell’indagato.
«Avendo saputo della gara vinta dall’azienda che faceva capo a Riefoli, il mio assistito si è soltanto premurato di indicare alcuni soggetti che avevano bisogno di lavoro, al fine di verificare la possibilità che si sottoponessero a un colloquio formativo e poi eventualmente ad un rapporto lavorativo con l’azienda che si è aggiudicata questa gara. Persone che lui conosceva, indipendentemente dalla sua posizione elettorale».
La difesa di Pisicchio chiederà, nei prossimi giorni, la revoca della misura cautelare.