Arrestati i latitanti della mafia garganica Raduano e Troiano: «La Squadra Stato ha funzionato» – VIDEO

L’importanza della Squadra Stato e della tecnologia nella ricerca dei due latitanti è stata evidenziata dal procuratore Roberto Rossi, dal comandante dei carabinieri di Foggia, Michele Miulli e da quello del Ros di Bari, Massimo Corradetti.

Arrestati latitanti della mafia garganica - Roberto Rossi (Procuratore di Bari)
Le dichiarazioni del procuratore Roberto Rossi (servizio di Mara Chiarelli)

Particolari sull’operazione sono stati poi diffusi nella conferenza stampa alla quale hanno partecipato il pm della Direzione nazionale antimafia Giuseppe Gatti e quello della distrettuale di Bari, Ettore Cardinali, il coordinatore della Dda di Bari, Francesco Giannella, e il procuratore di Cagliari, Rodolfo Maria Sabelli.

Arrestati latitanti della mafia garganica - Massimo Corradetti (comandante Ros Bari)
Le dichiarazioni di Massimo Corradetti (servizio di Mara Chiarelli)
Arrestati latitanti della mafia garganica - Michele Miulli (comandante carabinieri Foggia)
Le dichiarazioni di Michele Miulli

Troiano catturato dopo un pedinamento. Raduano mentre andava in un ristorante di lusso in Corsica

Marco Raduano è stato arrestato a Bastia, in Corsica, e Gianluigi Troiano a Granada in Spagna. I loro arresti sono stati «un grande successo della squadra dello Stato, che a Foggia sta dando grandi risultati», ha detto il procuratore di Bari, Roberto Rossi, nel corso della conferenza stampa.

Alle indagini hanno collaborato anche i reparti Sco e Sisco della Polizia di Stato. Lo Stato, ha aggiunto Rossi, è riuscito a individuare Troiano e Raduano «grazie a un’attività investigativa sofisticata, svolta con importanti mezzi tecnologici e con mezzi tradizionali. Sono stati catturati con pazienza, rompendo quell’idea di invincibilità dei latitanti che spesso circola sui social. Invece i latitanti li prendiamo sempre».

Anche il procuratore di Cagliari, Rodolfo Sabelli, collegato in video conferenza, ha sottolineato l’importanza «del coordinamento delle forze di polizia, delle Procure di Cagliari e Bari e della Direziona nazionale antimafia».

Troiano è stato arrestato mercoledì pomeriggio a Granada. «È stato catturato dopo un pedinamento per strada – ha spiegato il comandante dei Ros di Bari, Massimo Corradetti – era solo e non armato». Raduano, invece, è stato catturato ieri sera mentre si recava in un ristorante di lusso a Bastia. Entrambi si muovevano con documenti italiani falsi.

«Siamo riusciti a individuare i due più importanti latitanti di Vieste, nell’elenco del ministero dell’Interno tra i latitanti più pericolosi. Entrambi erano fuggiti in maniera diversa, Raduano con la fuga rocambolesca dal carcere di Badu ‘e Carros, a Nuoro, Troiano allontanandosi dai domiciliari», ha detto invece il comandante provinciale dei carabinieri di Foggia, Michele Miulli.

«L’operazione è stata molto complessa, fondamentale si è rivelato il supporto della Guardia civil spagnola e della Gendarmeria francese».

Troiano deve scontare una condanna definitiva a 6 anni e 7 mesi per traffico di stupefacenti con l’aggravante mafiosa. Raduano, condannato definitivamente a 24 anni nell’ambito dell’operazione Neve di marzo, è stato condannato in primo grado all’ergastolo nell’indagine “Omnia nostra”.

Emiliano: «Segnale importante per tutti i pugliesi»

«L’arresto oggi dei latitanti Marco Raduano e Gianluigi Troiano è un segnale molto importante per i cittadini del Foggiano e per tutti i pugliesi», commenta il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. «Nessuno dei più pericolosi latitanti resterà impunito – prosegue – perché la professionalità dei nostri inquirenti è superiore a qualsiasi caratura criminale».

Emiliano ringrazia «i carabinieri del Ros e le Procure antimafia che hanno collaborato per giungere a questo risultato. La Regione – dice Emiliano – è al fianco dei cittadini che hanno dovuto soffrire per le azioni criminali dei clan e, anche grazie alle politiche di antimafia sociale che promuoviamo nel solco di quanto tracciato da Stefano Fumarulo, lavoriamo per prevenire l’occupazione mafiosa dei territori in stretta sinergia con le istituzioni, la magistratura, le forze dell’ordine, le scuole e gli operatori sociali».

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