Appalti per il dissesto in Puglia, gli audio: «Uno a me, uno a te. ‘Sto pollo quanto costa?»

«Cinque bottiglie di vino»? Cinquemila euro, per il funzionario compiacente, ma anche le «15 caramelle a testa» per gli appalti baresi, grazie all’influenza di Sannicandro, al quale Di Carlo già nel settembre 2019 aveva dato «un impegno per le otto gare, 16 milioni di euro», come registra a sua insaputa un altro imprenditore, Gianmario Conforti, il “corvo” che con il suo audio file darà l’avvio alle indagini.

E l’ossigeno, quello fatto di banconote fruscianti, per incentivare la scelta delle ditte giuste fa far inserire nell’elenco dei partecipanti ai bandi. Sì perché, grazie al silenzio retribuito di funzionari e tecnici, individuati in ciascuno dei Comuni interessati dai lavori di risanamento idro geologico, gli appalti venivano spartiti a tavolino, ancor prima che fossero messi a bando.

E così le microspie della finanza registrano telefonate e messaggi WhatsApp, mentre il trojan nel telefono di Di Carlo ricostruisce la capillare organizzazione. Come quella volta che in auto, un’Audi A6, sentenziava: «Ottoerre lo possiamo anche chiamare perché ha dei problemi, Edil Due è tranquillo, non ci viene a dare fastidio», per poi aggiungere «Edilflorio manca! Edilflorio potevamo far prendere un lavoro, che lui avanza dei soldi da noi, perché incassiamo noi sopra un lavoro edilizio».

Un’agenda, gestita anche dalla sua segretaria alla quale dava indicazioni in codice, perché riportasse le dazioni di denaro: «Ti prendi un appunto? Che abbiamo fatto 10 ore di lavoro», le dice qualche giorno dopo aver incontrato Sannicandro, il 30 gennaio 2020, al Circolo del tennis, al Foro Italico, a Roma. «Giovedì, che era 30, sì sì. Metti dove me ne sono andato poi mi ricordo io, dove andai a Roma».

Il 21 gennaio 2020 Elio Sannicandro, Antonio Di Carlo e l’intermediario Sergio Schiavone, avevano avuto il primo incontro, prima nel parcheggio della Regione, poi al Circolo della Vela, sul lungomare di Bari. In quell’occasione, Schiavone aveva consigliato Di Carlo di non coinvolgere troppa gente, «l’avevo già detto l’altra volta, è per una questione di non fargli prendere paura … hai visto che l’altra volta sim iut a cinq sei…». Gli incontri, stando alle intercettazioni, sono proficui, e la sera del 30 gennaio, appena lasciato Sannicandro, Di Carlo e Schiavone si sentono al telefono: «Tranquillo, tranquillo, mi ha detto che si è innamorato, quindi vedi un po’», dice Schiavone, e Di Carlo chiede, ridendo: «Delle presenze nuove o delle presenze vecchie?». In una successiva telefonata a sua figlia Carmelisa, Di Carlo riassume: «Eeee, più o meno positivo … uno a me uno a te, uno a me uno a te, uno a te … sto pollo quanto costa? Dov’è l’errore».

E poi le telefonate, i messaggi che dimostrano l’asservimento dei vari funzionari comunali, pronti a trasmettere per tempo le indicazioni su lavori e liquidazioni, gli incontri alla stazione di servizio, le relazioni con l’ex sindaco di Orsara, Tommaso Lecce, l’amicizia con un funzionario dell’Arca Capitanata, al quale sarebbe stata garantita l’assunzione di una parente e l’acquisto di numerose copie del suo libro.

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