Era al telefono, seppur con auricolare e con tasso alcolemico leggermente superiore allo zero l’autista dell’Amat che a marzo 2021 ha investito e ucciso sulle strisce pedonali una 82enne in piazza Ebalia, nel pieno centro di Taranto. Ora rischia un processo per omicidio stradale.
La pubblico ministero Francesca Colaci ha chiesto il rinvio a giudizio che verrà discusso davanti al giudice per le indagini preliminari Francesco Maccagnano a partire dal 4 novembre prossimo. Se mandato a processo, L.S., autista di bus di Kyma Mobilità classe 1991, rischia una condanna da due a sette anni di reclusione.
Secondo l’accusa della procura, l’indagato, che è difeso dall’avvocata Maria Letizia Serra, era impegnato in una telefonata, pur usando l’auricolare nell’orecchio destro, quando provenendo dal lungomare ha svoltato in prossimità della fontana Rosa dei Venti e ha travolto la povera anziana che sulle strisce pedonali stava raggiungendo i familiari dopo aver ricevuto una dose di vaccino nell’hub ospitato nella facoltà di Medicina (ex banca d’Italia).
Il bus ha investito la donna con una ruota posteriore uccidendola sul colpo. A nulla sono valsi i soccorsi del personale del 118. Stando all’accusa, sono tre le gravi violazioni al codice della strada contestate all’autista: oltre ad aver investito la donna che aveva la precedenza sulle strisce era al telefono, circostanza vietata agli autisti di linea e il suo tasso alcolemico non era pari a zero, bensì allo 0,07, che per la procura significa che aveva bevuto sostanze alcoliche prima di mettersi alla guida del mezzo pubblico, anche questa circostanza vietata ai conducenti di autobus.
L’incidente avvenne alcuni minuti dopo le cinque del pomeriggio. Probabilmente l’autista aveva bevuto una bibita alcolica a pranzo. Nel capo d’accusa si legge che l’autista avrebbe dovuto essere più prudente e di certo non distratto da una telefonata in particolare «avvicinandosi con il mezzo a piazza Ebalia, area di elevata pericolosità perché caotica e densamente trafficata da pedoni e autoveicoli, data la presenza dl un hub vaccinale».
Il marito e i tre figli della donna sono assistiti dagli avvocati Antonio Mancaniello, Rosa Dipierro, Fabiana Dilella e Danilo Ponzetta e sono pronti a costituirsi parti civili all’udienza preliminare. L’autista, rimasto sotto shock per l’accaduto, disse di non essersi accorto della presenza della donna in strada e fu anche lui portato in ospedale. I rilievi dell’incidente furono affidati alla polizia municipale.