Andria, lutto cittadino per i funerali di Vincenza. Uomini in piazza contro i femminicidi

La sindaca di Andria, Giovanna Bruno, ha proclamato il lutto cittadino per la giornata di domani quando, nella Cattedrale, saranno celebrati i funerali alla presenza del vescovo monsignor Luigi Mansi.

La prima cittadina ha disposto l’esposizione di bandiere a mezz’asta su tutti gli edifici pubblici, la sospensione delle attività lavorative e di tutte le manifestazioni pubbliche a partire dalle 15:30. La sindaca, inoltre, ha invitato a osservare un minuto di silenzio alle 9 e a evitare emissioni sonore, sospendendo anche le attività nei cantieri. La sindaca invita anche a esporre un drappo o un simbolo rosso fuori da ogni abitazione, attività, scuola, come forma esteriore di partecipazione al lutto e in memoria di tutte le vittime di femminicidio.

Bruno fa appello alla sensibilità degli andriesi invitandoli «a ritrovarci come comunità presente e silenziosa, nel rispetto della vittima e di tutti i suoi cari, che chiedono il più possibile un clima di raccoglimento, lontano dalla spettacolarizzazione che normalmente accompagna queste situazioni»

«Dobbiamo essere una Città che, unita nel dolore, è capace con maturità di esprimere speranza e bellezza, compattezza e positività. Lo dobbiamo soprattutto ai nostri concittadini più piccoli, di cui dobbiamo essere costanti educatori. Lo dobbiamo ai piccoli figli della vittima – conclude la Sindaca – che come comunità vogliamo contribuire ad accompagnare, ad accarezzare, a crescere».

Ad Andria, intanto, si mobilitano anche gli uomini che il prossimo 6 dicembre scenderanno in piazza per una manifestazione contro la violenza di genere che si rivolge prevalentemente alla partecipazione maschile.

«Useremo una fascia per bendarci le labbra e una corda per legare le mani perché vogliamo far capire a tutti, ma soprattutto agli uomini che prima di aprire la bocca bisogna riflettere perché ci sono parole che feriscono come lame e in quel caso è meglio imbavagliarsi e fermarsi per tempo. Così come attorciglieremo la corda attorno ai nostri polsi perché le mani devono annichilire la violenza. Quella corda va sciolta solo se le mani intendono donare una carezza e mai uno schiaffo», spiega Dino Leonetti medico oncologo di Andria che assieme a un collega, Ninni Inchingolo e a un imprenditore, Mimmo Lattanzio, ha deciso di organizzare la manifestazione in piazza Catuma.

«Temiamo che le giovani generazioni siano assuefatte ad una cultura malata e marcia che identifica l’uomo vincente in quello pieno di soldi che col denaro compra qualsiasi cosa – precisa – un uomo che fa della sopraffazione e del potere uno status. E in fondo il potere porta a dire ‘questo è mio’ così come avviene per alcuni uomini che ritengono di dover dire della propria compagna “lei è mia”. Possesso e potere hanno la stessa radice culturale che va estirpata».

L’idea della iniziativa è nata perché «siamo stati in piazza lo scorso 29 novembre, all’indomani dell’omicidio di Enza Angrisano e abbiamo sentito che oltre alla prevalente condanna dell’accaduto qualcuno ha detto che le donne dovrebbero evitare di ‘istigare la violenza’: mai parole sono state più sbagliate», dice fermo Leonetti aggiungendo che «nella coppia il confronto anche accesso deve esserci ma mai e poi mai deve sfociare in violenza. Non esistono istigazioni o giustificazioni a schiaffi, pugni e a insulti. Mai».

Leonetti sottolinea la necessità di «prendere atto che questa cultura è da debellare, che il maschio è tale non perché alza le mani e si impone ma perché sa ascoltare, comprendere, mettersi in discussione, chiedere scusa e capire che la donna che ha al proprio fianco è una risorsa, sempre», conclude.

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