Andria, l’audio di Vincenza all’amica: «Sono andata in ospedale, mio marito mi ha alzato le mani»

«Sono andata in ospedale, mio marito mi ha alzato le mani». Così Vincenza Angrisano, la 42enne di Andria uccisa dal marito Lorenzo Leonetti di nove anni più grande martedì ad Andria, in un messaggio vocale inviato a un’amica il 23 novembre scorso.

La nota audio è stata diffusa nel corso della puntata di Pomeriggio Cinque, il programma condotto da Myrta Merlino su Canale5.

«Ciao… scusami… hai ragione… purtroppo ho avuto una settimana molto particolare… dove sono andata in ospedale… dove mio marito mi ha alzato le mani e, veramente, non ero nei tempi per venire da te. Facevo casa di mia madre-casa mia, giravo per strada, cercavo di stare quanto più lontana da casa», dice Vincenza raccontando quanto accaduto alla sua amica appena cinque giorni prima di venire uccisa dal marito con tre coltellate tra petto e torace, mentre erano nella loro abitazione, a tre chilometri dal centro abitato di Andria.

Leonetti è ora in carcere, a Lucera, accusato di omicidio volontario aggravato dall’aver commesso il fatto contro la coniuge.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, cinque giorni prima del femminicidio, il 23 novembre, la donna «ricorreva a cure mediche presso un ospedale» della Bat e «dichiarava di esser stata percossa con due schiaffi al volto, venendo dimessa, a seguito delle cure del caso, con una prognosi di quattro giorni. I rapporti tra i due coniugi si erano incrinati circa un mese fa», quando la vittima «confessava di voler interrompere la relazione coniugale – si legge nel comunicato diffuso dai carabinieri -. Da quel momento sarebbero iniziati una serie di litigi tra i due in cui venivano proferite da entrambi le parti reciproche ingiurie».

L’audio dovrebbe risalire al giorno successivo al 23 novembre: la vittima dice all’amica che non sarebbe riuscita a passare da lei.
Il pm della procura di Trani, Francesco Chiechi, ha disposto l’autopsia sul corpo della 42enne: domani mattina sarà conferito l’incarico al dottor Francesco Vinci dell’istituto di Medicina legale del policlinico di Bari.

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