Un fatto di cronaca locale che diventa esemplificativo dell’atteggiamento di mancato rispetto delle più elementari norme del vivere comune, prima ancora che della legge.
È martedì 27 febbraio, sono le ore 22.21 e la sindaca di Andria, Giovanna Bruno, nel rientrare a casa, in compagnia di una consigliera comunale, assiste a una scena ormai “solita”, nonostante i continui e ripetuti inviti a evitare comportamenti del genere: in via Aldo Moro una famiglia si è riunita per festeggiare il compleanno di una bambina pensando bene di dare il via a uno spettacolo pirotecnico non autorizzato.
L’uso indiscriminato di fuochi d’artificio per festeggiamenti privati in città è una pratica diffusa che solleva crescenti preoccupazioni a causa delle sue molteplici conseguenze negative, tra cui impatti significativi sulla tranquillità della comunità, sulla sicurezza pubblica e sull’ambiente.
Da qui un post particolarmente critico sui social, in cui ricostruisce l’accaduto nei dettagli: «Mi fermo sul ciglio della strada, a dir poco contrariata. Osservo qualche istante. Scendo dalla mia auto e mi avvicino alla comitiva di genitori e bimbi piccoli al seguito, vicinissimi al punto di posizionamento degli spari. Ma che fate?! Secondo voi è normale?! È normale?! – chiedo ai presenti -. Ah sindaco, proprio tu sei…non stiamo facendo niente, stiamo festeggiando il compleanno della bambina – mi rispondono -…siamo su un luogo pubblico…non è successo niente, sugli spari è scritto che si possono usare: non si è fatto male nessuno, sono ancora le dieci, è presto ancora…gli altri sparano a mezzanotte – precisano con una naturalezza disarmante. Snervante». E la sindaca Bruno: «Ma vi rendete conto? E la gente che potrebbe già dormire, e quelli che si spaventano, e gli animali che ne risentono, e l’ambiente che ne soffre? E le regole? Dove sono le regole? Potete immaginare il resto».
Una situazione surreale, in cui la prima cittadina, deputata alle decisioni in merito a ordine pubblico e sicurezza, afferma di essersi sentita quasi in torto, davanti all’atteggiamento di assoluta noncuranza dei protagonisti: «Quasi quasi mi dovevo giustificare io per essermi fermata cogliendo sul fatto i responsabili. Roba da matti! Fino a quando in questa città ognuno farà di testa propria, in barba all’educazione, alle leggi e al rispetto di luoghi e persone, non andremo da nessuna parte. Io non ci sto. Lo dico e lo ridico. E non mi arrendo. Anzi, incalzo. Peccato per la piccola festeggiata. Poi ce la prendiamo con i bambini che crescono male. Chi li educa? Chi?! Quale esempio diamo? Festa rovinata. Inevitabile multa comminata. Non funziona così e io non arretro di un passo su queste cose».