Ancora scandalo Lerario alla Regione Puglia: ai domiciliari per corruzione un funzionario e un imprenditore edile

Un funzionario della Regione Puglia, il 50enne Antonio Mercurio, e un imprenditore edile barese, il 56enne Antonio Illuzzi, sono stati arrestati (ai domiciliari) dai finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria del comando provinciale di Bari per corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio e falso materiale commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici. La misura è stata eseguita su richiesta del Procuratore capo di Bari Roberto Rossi e dell’aggiunto Alessio Coccioli su disposizione della gip Anna Perrelli.

I finanzieri hanno anche eseguito il sequestro di beni a carico dei due e dell’ex dirigente delle sezioni Provveditorato, Economato e Protezione civile della Regione Puglia, Antonio Mario Lerario, quest’ultimo arrestato il 23 dicembre 2021 e tutt’ora ai domiciliari e indagato per gli stessi reati. I beni sequestrati ai tre ammontano a 80mila euro.

Gli arresti di stamattina arrivano a conclusione di un nuovo troncone di indagine nato proprio a seguito dello scandalo Lerario. Le intercettazioni ambientali negli uffici della Regione Puglia avrebbero fatto emergere la tangente per un totale di 35mila euro in due occasioni distinte data al dirigente dall’imprenditore edile barese.

L’imprenditore, secondo quanto emerge dalle indagini, aveva vinto nove appalti con atti a firma di Lerario e del funzionario arrestato oggi negli anni 2019, 2020 e 2021 per un importo complessivo di oltre 2 milioni 283mila euro. In particolare, l’indagine avrebbe evidenziato che gli appalti sarebbero stati affidati ignorando le norme del settore e cioè con il sistema del frazionamento e senza rispettare il principio di rotazione degli operatori economici. Ma non solo: l’incrocio delle carte fatto dai finanzieri tra le offerte alla base degli appalti e le relative liquidazioni fatte dalla Regione, avrebbe fatto emergere pagamenti di somme superiore a quelle oggetto di aggiudicazione per oltre 45mila euro senza alcuna giustificazione negli atti. In alcuni casi il metodo sarebbe stato quello di sovrastimare la percentuale di Iva (22% rispetto poi a quella indicata in fattura del 10%).

Lerario e il funzionario arrestato sono accusati di falso perché in un atto dirigenziale dell’agosto 2021, per 135mila 750 euro relativo a “interventi di riqualificazione impiantistica di parte dei locali tecnici presso la sede della presidenza della Giunta regionale in Bari”, avrebbero falsamente attestato che l’intera somma era relativa ai lavori indicati nell’atto mentre 103 dei 135mila euro in realtà si riferivano a lavori già eseguiti dallo stesso imprenditore edile al Palazzo Agricoltura di Bari.

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