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Alunno spara con una pistola ad aria compressa, il prof: «Non denuncio ma venga espulso»

Non ha denunciato ma chiede «il massimo della pena a livello scolastico» il professor Pasquale Pellicani, docente dell'istituto Romanazzi di Bari, colpito da un pallino sparato con una pistola ad aria compressa da un suo alunno. «Vorrei almeno l'espulsione di questi due ragazzi dalla scuola», ha affermato Pellicani ai microfoni della Rai. Il professore ha…
Il professor Pasquale Pellicani

Non ha denunciato ma chiede «il massimo della pena a livello scolastico» il professor Pasquale Pellicani, docente dell’istituto Romanazzi di Bari, colpito da un pallino sparato con una pistola ad aria compressa da un suo alunno. «Vorrei almeno l’espulsione di questi due ragazzi dalla scuola», ha affermato Pellicani ai microfoni della Rai.

Il professore ha raccontato quanto accaduto: «Al cambio dell’ora mi sono seduto alla cattedra e ho visto correre verso di me un ragazzo con una pistola – afferma -. Me l’ha puntata a mezzo metro e ha sparato questo pallino che, per fortuna, mi ha colpito al petto perché poteva colpirmi anche in un occhio».

Su quanto accaduto è intervenuto anche il segretario generale della Uil scuola Puglia, Gianni Verga, denunciando che «la quotidianità dei docenti e in generale dei lavoratori della scuola è diventata un’esperienza di frontiera. Entrare a scuola con una pistola è un fenomeno che va oltre l’inasprimento del voto in condotta. È un problema sociale che va contrastato con maggiori risorse e misure determinate», afferma in una nota.

«Da anni ormai è in atto una delegittimazione del sistema scuola e dei suoi lavoratori e lavoratrici lasciati in balia delle onde e senza alcuna misura di sicurezza, in particolare nel Mezzogiorno», continua il sindacalista evidenziando che «compiere il proprio dovere è diventato un fattore di rischio, una condizione inaccettabile in un Paese e in un territorio che si definisce civile».

Verga invita «tutte le istituzioni, a ogni livello, a valorizzare la scuola quale strumento indispensabile per un territorio che punta alla crescita e allo sviluppo, che si pone l’obiettivo di creare una futura classe dirigente competente, nel rispetto delle fondamentali regole di civiltà».

La sottosegretaria all’Istruzione e al Merito, Paola Frassinetti, parla dell’«ennesimo gesto grave di minaccia ai docenti». Questi episodi, afferma, «dimostrano quanto fosse urgente e necessaria la reintroduzione del voto in condotta. Il problema della violenza a scuola è certamente complesso e va contrastato con diverse misure, ma la più mirata e diretta dalla quale iniziare è la valutazione con il voto in condotta del comportamento negativo», conclude, sottolineando che «va ripristinata l’autorevolezza del docente oltre alla tutela di tutti i lavoratori della scuola, che hanno diritto di operare in piena sicurezza».

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