Altre carcasse d’auto a Foggia. Sono 46 quelle recuperate in 3 mesi

Routine ma anche scoperte importanti, ieri mattina, per gli agenti della polizia Locale di Foggia. Dopo una verifica, in collaborazione con la polizia di Stato, sulle attività di commercio ambulante delle bancarelle di frutta in via De Petra, i vigili hanno esplorato le campagne del capoluogo per contrastare il nuovo “flagello” delle carcasse di auto bruciate che mettono a serio rischio di inquinamento i terreni in cui vengono abbandonate.

La perlustrazione di ieri mattina è stata compiuta a seguito di un’attività concordata con il servizio ambiente del Comune di Foggia e il Consorzio di Bonifica della Capitanata. In pochi minuti, sono state rinvenute due automobili bruciate ad Arpinova, in località Passo di Corvo: una Fiat Panda nell’alveo di un canale e una Fiat Punto lungo l’argine del corso d’acqua. Gli agenti hanno fatto intervenire una gru che ha depositato le carcasse in un camion e le hanno fatte portare in deposito.

Con le due di ieri, salgono a 46 le auto ritrovate da novembre dell’anno scorso: le altre erano state abbandonate – sempre dopo essere state bruciate – lungo il corso del torrente Salsola, in località Borgo La Rocca. Si ritiene che siano tutti veicoli rubati, probabilmente usati per recuperare pezzi di ricambio e poi incendiati per eliminare eventuali tracce dei ladri. Polizia locale e carabinieri hanno avviato le indagini per risalire ai proprietari e ai responsabili dei furti e dei roghi.

Dato il notevole numero di rinvenimenti, il fenomeno è all’attenzione delle forze dell’ordine che – sulla base degli accertamenti in corso – devono capire in che arco di tempo sono avvenuti i furti e gli abbandoni delle carcasse. Durante il servizio le pattuglie hanno anche individuato un incendio in corso di ecoballe, ammassate sul fondo di un canale in secca. I Vigili del fuoco, accorsi tempestivamente, hanno domato le fiamme in pochi minuti. Ora, toccherà agli operai del Consorzio di Bonifica intervenire per ripulire dai residui il letto del canale.

Resta la pericolosità di un fenomeno contro l’ambiente che ha risvolti non solo sul piano della lotta alla criminalità organizzata ma coinvolge anche la salvaguardia di uno dei territori tra i più estesi d’Italia, difficile da tenere sotto controllo senza la preziosa collaborazione di quanti abitano nelle zone rurali o nelle borgate della Capitanata.

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