Affari all’ombra della Sacra corona unita. Così gestivano le piazze dello spaccio

Chiuse le indagini su due gruppi attivi in due province distinte ma coesi e con ruoli interscambiabili, che fanno affari all’ombra della Sacra corona unita. La sostituta procuratrice della Direzione distrettuale antimafia di Lecce, Carmen Ruggiero, ha notificato l’avviso a 27 persone. Le due organizzazioni criminali, presenti nei territori di San Pietro Vernotico e Trepuzzi, avrebbero gestito le piazze dello spaccio, e non solo.

In certi casi, infatti, viene contestato anche il 416 bis, l’associazione per delinquere di stampo mafioso. Era il 12 dicembre dello scorso anno quando gli agenti della squadra mobile di Brindisi, coordinati dalla pm Ruggiero, arrestarono 14 delle persone coinvolte, su richiesta del gip del tribunale di Lecce Sergio Tosi. Indagati Salvatore Perrone, 58enne di Trepuzzi; Massimiliano De Marco, 53enne di San Pietro Vernotico; Carlo Coviello, 47enne di Trepuzzi; Stefano Elia, 49enne residente a Casalabate, marina di Trepuzzi e Squinzano; Marcella Mercuri, 48enne di Sannicola; Alessio Catania, 40enne di Trepuzzi; Luana Perrone, 40enne di Trepuzzi; Vincenzo Catalano, 45enne di Trepuzzi; Massimiliano Renna, 50enne di Trepuzzi; Antonio Monticelli, 46enne di Campi Salentina; Luigi Giordano, 53enne di San Pietro Vernotico; Raffaele Pietanza, 43enne di San Pietro Vernotico; Cesare Sorio detto Alberto, 37enne di San Pietro Vernotico; Giovanni Caputo, 42enne di San Pietro Vernotico; Fabrizio Annis, 43enne di San Pietro Vernotico; Gimmi Annis, 42enne di San Pietro Vernotico; Maurizio Carratta, 59enne di Brindisi; Giampaolo Elia, 24enne di Torchiarolo; Elvis Gabaj, 37enne di Trepuzzi; Cristian Lazzari, 41enne di Trepuzzi; Maria Dayana Marchello, 29enne di Lecce; Mosè Monticelli, 29enne di Novoli; Marco Palma, 33enne di San Pietro Vernotico; Alessio Serratì, 31enne di San Pietro Vernotico; Mauro Vitale, 31enne di San Pietro Vernotico; Francesco Perrone, 38enne di San Pietro Vernotico; Emiliano Manno, 45enne di Mesagne. Francesco Perrone e Manno sono i due nomi che si sono aggiunti dopo il blitz.

Inizialmente undici indagati era accusati anche del 416 bis. Il gip Sergio Tosi ritenne poi opportuno stralciare tale contestazione. Ma la Dda di Lecce fece ricorso contro tale valutazione. In sede di riesame vennero prodotti dei verbali con le prime dichiarazioni di un nuovo collaboratore di giustizia, coinvolto proprio in questa inchiesta: Cesare Sorio. I giudici condivisero la tesi della Dda contestando il 416 bis a quattro indagati: Fabrizio Annis, Salvatore Perrone, Carlo Coviello e Cristian Lazzari.

Su Annis è in piedi un ricorso presentato dai suoi avvocati. Resta in piedi l’impianto accusatorio per le vicende legate all’approvvigionamento e spaccio di sostanze stupefacenti e i ruoli avuti dalle due presunte organizzazioni. Gli inquirenti ritengono Perrone il dominus dei due gruppi che avrebbero rifornito le piazze di hashish, marijuana, cocaina ed eroina. Il leccese Perrone, uscito dal carcere nell’ottobre del 2020, si sarebbe fatto aiutare dal compaesano Coviello. Mentre il brindisino De Marco, braccio destro di Perrone, avrebbe intrattenuto rapporti con i fratelli Annis. Il pentito Sorio, nelle sue dichiarazioni, ha accennato anche a presunte truffe sui bonus edilizi. Ma questo è un dettaglio al vaglio degli inquirenti e che non è escluso possa aprire un altro filone.

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