Da anni il brindisino Giovanni Bocci non vede suo figlio, rapito dalla madre e portato in Kazakistan. Ora l’appello a Mattarella: «riportiamolo in Italia». Giovanni non ha notizie del figlio Adelio da mesi e non lo vede da anni. Fu portato via dalla madre quando aveva appena un anno, e ora ne ha dieci. La madre lo portò via senza neanche avvisare il papà del bimbo. Lo fece sparendo con il piccolo in quella che sembrava essere una normale mattina. A oggi non è ancora ben chiaro come Adelio sia riuscito a lasciare i confini italiani, dato che la madre non aveva accesso al suo passaporto, che era custodito dalla zia.
Da allora le denunce fatte sono state tantissime. Giovanni ha potuto vedere suo figlio in videochiamata e, quelle poche volte che gli veniva concesso di visitarlo in Kazakistan, era obbligato a stargli a distanza. Proprio le videochiamate, però, sono man mano diventate sempre più inquietanti. Adelio piangeva, era irrequieto, era pieno di ecchimosi e ferite. Durante l’ultima videochiamata intercorsa fra i due, a giugno, il piccolo aveva una grossa ferita alla testa e dei lividi su viso e schiena. Proprio per questo la famiglia Bocci, che mai si è arresa all’idea di non rivedere Adelio, da anni cerca verità e giustizia. Ora, dal Coordinamento internazionale associazioni per la tutela dei diritti dei minori si rivolge al Presidente Sergio Mattarella, a Giorgia Meloni e tutti i ministri per riportare in Italia il piccolo.
«Ci rivolgiamo a voi – si legge nella lettera – a Voi tutti perché è notizia di ieri e di oggi che avete avuto incontri con il Presidente del Kazakistan, al quale avete rinnovato amicizia e collaborazione tra i due Paesi. Forti di questo rinnovato accordo e alla luce delle vostre dichiarazioni di collaborazione tra i due Stati siamo fiduciosi che si possa giungere ad un immediato ricongiungimento del piccolo Adelio Bocci (rapito dalla sua mamma e portato in Kazakistan ancora quando aveva poco più di un anno) con i parenti da cui è stato strappato: l’affetto dell’amato papà Giovanni Bocci e della cara zia Elsa Bocci. Il piccolo Adelio è esclusivamente cittadino italiano ed è un suo diritto e vostro dovere riportarlo nel suo paese, dove trova certamente braccia amorevoli che sapranno pensare a lui».
Il padre da mesi «non ha più nessun contatto con il figlio, nemmeno tramite Skype ed è molto preoccupato perché teme per l’incolumità del figlio. Alla luce di questo squallido sopruso a danno di un minore, effettuato da una madre che per seguire proprie egocentriche esigenze non ha esitato “a strappare il proprio figlio dalle proprie radici e dall’amore del proprio papà”, ci permettiamo di rivolgervi un appello pubblico per chiedere il Vostro aiuto per risolvere questa vergognosa situazione. Ad oggi sia la famiglia Bocci che noi del Ciatdm abbiamo coinvolto membri parlamentari per interloquire con i Ministeri competenti Kazakistan, ma non siamo riusciti a sbloccare la situazione del piccolo Adelio: i Ministeri appena menzionati interpellati dai Parlamentari italiani per approfondire l’intera vicenda, non forniscono collaborazione. Auspichiamo nel vostro puntuale e decisivo aiuto e che al padre ed alla zia del piccolo Adelio siano fornite risposte chiare, puntuali e trasparenti sull’intera vicenda del piccolo Adelio». Il padre del piccolo qualche mese fa aveva anche dato il via allo sciopero della fame, tanta la disperazione. Ora attende fiducioso dei riscontri da parte delle autorità.