Quattro imprenditori nel settore sanitario ed un medico cardiologo in servizio presso la Asl di Brindisi sono stati posti agli arresti domiciliari dai carabinieri con le accuse di corruzione continuata e, a carico del solo medico, di truffa aggravata e di false attestazioni nell’utilizzo del badge marcatempo sul luogo di lavoro.
Il cardiologo arrestato è Domenico Palmisano, di 54 anni, di Ceglie Messapica, in servizio nel reparto di emodinamica dell’ospedale Perrino di Brindisi. Agli arresti domiciliari sono finiti anche quattro imprenditori: Massimo Gabriele, di 53 anni, di Bari, Andrea Tantalo, di 47, di Matera, Davide Lazazzara, di 46, di Acquaviva delle Fonti, e Domenico Brunetti, 56 anni, di Mola di Bari.
Le indagini, avviate nel 2020, hanno riguardato l’utilizzo ritenuto «inappropriato, eccessivo ed ingiustificato» di stent aorto-coronarici e cateteri dilatatori coronarici presso il reparto di Cardiologia dell’ospedale “Perrino” di Brindisi.
In particolare, secondo l’accusa vi erano «rapporti affaristici e corruttivi» tra il medico e gli imprenditori di aziende fornitrici di protesi cardiovascolari, i quali avrebbero fornito i dispositivi medici in cambio di denaro e altre utilità, così danneggiando la Asl, che avrebbe sborsato somme elevate per l’acquisto di protesi che non sarebbero state necessarie. Quindi, secondo i carabinieri, i dispositivi medici sarebbero stati utilizzati «in misura sproporzionata ed inappropriata rispetto alle esigenze cliniche ed operative di reparto».
Durante le indagini è stato riscontrato anche che il cardiologo si sarebbe assentato spesso dal lavoro senza apparenti giustificazioni per svolgere attività di libera professione durante l’orario di servizio. Gli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri del Nas di Taranto assieme a militari dei comandi provinciali di Brindisi, Bari e Matera.