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Accoglienza in famiglia: la storia di Alhassane in un video dell’assessorato al Welfare di Bari

Alhassane Hamidou Abdoulaye è un giovane rifugiato accolto in una famiglia della provincia di Bari. La sua è una storia di integrazione che lo ha visto ottenere il diploma di scuola superiore e quello di operatore socio sanitario. Oggi Alhassane lavora come mediatore culturale nel centro di accoglienza per adulti Casa delle Culture, centro polifunzionale…

Alhassane Hamidou Abdoulaye è un giovane rifugiato accolto in una famiglia della provincia di Bari. La sua è una storia di integrazione che lo ha visto ottenere il diploma di scuola superiore e quello di operatore socio sanitario.

Oggi Alhassane lavora come mediatore culturale nel centro di accoglienza per adulti Casa delle Culture, centro polifunzionale di sostegno e integrazione per le persone straniere in difficoltà del comune di Bari.
«Il percorso di Alhassane è esemplificativo dei benefici che un modello di accoglienza diverso può avere sulle persone rifugiate, grazie anche al supporto delle istituzioni locali il cui coinvolgimento è fondamentale per rendere l’accoglienza in famiglia una pratica diffusa», commenta Fabiana Musicco, direttrice di Refugees Welcome Italia.
La storia di Alhassane è raccontata in un video realizzato dall’assessorato al welfare del Comune di Bari: «La sfida dell’inclusione – spiega l’assessora Francesca Bottalico – ha rappresentato e rappresenta una delle priorità nelle politiche realizzate in questi anni attraverso percorsi sociali, educativi, culturali ed economici, a partire dall’idea che la diversità, intesa come ciò che è diverso da ciò che si conosce, e l’accoglienza possano rappresentare un’opportunità di crescita e promozione sia per il singolo sia per la comunità ospitante, il territorio e le politiche territoriali in generale. In quest’ottica le progettualità realizzate si sono sempre rivolte non solo a chi viene accolto ma soprattutto alla comunità in cui si costruiscono le politiche o le esperienze di accoglienza promuovendo processi culturali inclusivi, aperti e capaci di sviluppare dinamiche legate al welfare di comunità, nella sua capacità generativa. In questa direzione sono nate progettualità significative come ‘Rifugiati in famiglia’, la sperimentazione nazionale promossa da Refugees Welcome e finanziata dal Fondo asilo migrazione e integrazione (Fami) del Ministero dell’Interno, e ‘Famiglie senza confini’, una delle prime esperienze in Italia che propone occasioni di accoglienza in casa presso famiglie, coppie o single disponibili».
Ad oggi sono 113 le convivenze avviate a partire dal 2019 grazie ad un percorso di inclusione innovativo sperimentato da Refugees Welcome Italia, di concerto con i Comuni di Bari, Roma, Palermo, Ravenna e Macerata e l’Università di Tor Vergata, all’interno del progetto “Dalle Esperienze al Modello: l’accoglienza in famiglia come percorso di integrazione”, terminato lo scorso 31 dicembre.
Il modello di accoglienza proposto da Refugees Welcome propone elementi di innovazione, tra cui in primis la modalità di lavoro in sé, costruita sul coinvolgimento di una cittadinanza attiva appositamente formata e strutturata in gruppi di attivisti radicati sul territorio che fungono da presidio di comunità.

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