Msc vuole realizzare un terminal crociere a Sant’Apollinare e sviluppare stabilmente i suoi traffici a Brindisi per i prossimi 25 anni. È quanto si evince dalla istanza di concessione inoltrata all’ente portuale. La richiesta, in attesa che siano realizzati i nuovi accosti di Sant’Apollinare, riguarda l’occupazione della banchina e del terminal di Levante, della banchina Carbonifera e del 50 per cento del terminal e della banchina di Costa Morena. Una notizia che premia la scelta dell’Autorità portuale di portare avanti opere quali i nuovi accosti e la vasca di colmata dove depositare i sedimenti dei dragaggi, oltre che progetti come quello del deposito gnl di Edison.
«Dal primo giorno in cui mi sono insediato – racconta Ugo Patroni Griffi, presidente dell’ente portuale – ho immaginato di infrastrutturare il porto in modo che potesse tornare grande, dotandolo di servizi avveniristici, di capacità di bunkeraggio per plurimi carburanti. Insomma, un porto che potesse assecondare lo sviluppo di ogni settore dell’economia del mare. Purtroppo le opposizioni al progetto della cassa di colmata hanno procurato una perdita di tempo e quindi il definanziamento dei nuovi accosti di Sant’Apollinare. C’è comunque la volontà della Regione e del Comune di trovare i canali giusti per rifinanziare il progetto. Quest’opera si realizzerà, anche a costo di indebitarci come ente».
L’interesse di Msc a progettare una presenza su Brindisi di lungo periodo giunge a valle della promessa che opere e servizi verranno garantiti in tempi ragionevoli. «La compagnia vuole fare sia di Bari che di Brindisi suoi porti hub, sviluppando itinerari autonomi, che non rappresentino doppioni. Msc – prosegue il numero uno dell’Authority – crede talmente tanto in Brindisi e nelle stime di crescita da esprimere la volontà di finanziare a proprie spese la costruzione del terminal crociere. Nel piano industriale che ha allegato alla richiesta di concessione, Msc fa riferimento anche alla possibilità di utilizzare carburanti di transizione. D’altronde, si tratta di una compagnia che vanta già parecchie navi alimentate con il gnl e che immagina di utilizzare in futuro altri carburanti di transizione. Sono tutte condizioni che rendono il porto di Brindisi attrattivo per la crocieristica».
Se il futuro appare roseo, anche il presente offre spunti positivi. Nel 2024, infatti, «quello di Brindisi sarà il porto che farà registrare la maggiore crescita in Italia, con un incremento di oltre il 30 per cento», sottolinea Patroni Griffi. Tra qualche anno, quando le opere portuali saranno completate, il porto di Brindisi potrà divenire hub privilegiato per le navi di maggiore stazza. «Bari, per esempio, presenta un limite fisico e può accogliere navi lunghe fino a 330 metri, mentre Brindisi questo limite non ce l’ha. L’altro giorno è stata varata una nave lunga 345 metri, che potrebbe essere dislocata a Brindisi. Ecco, quindi, che i nuovi accosti di Sant’Apollinare, uniti agli altri servizi, garantiranno al porto di Brindisi un vantaggio competitivo nelle sfide future».