C’è un filo sottile che unisce Fasano a Pimonte, il cuore della Campania che da sette anni ospita il Premio Carla Russo. È il filo della ricerca, della speranza ostinata contro i tumori cerebrali, ma anche quello delle storie personali che, silenziosamente, diventano collettive. Su quel palco, tra nomi illustri della medicina italiana e giovani scienziati chiamati a immaginare il futuro delle cure, c’è anche Angelo Dipasquale, oncologo fasanese oggi in forza all’Ircss Humanitas Research Hospital di Milano.
La memoria e la ricerca
Il Premio Carla Russo, ideato dai fratelli Antonio e Carmela Palummo in memoria della madre, è diventato negli anni molto più di un riconoscimento accademico: è un laboratorio di idee, una rete viva che prova a trasformare il dolore in conoscenza e la conoscenza in possibilità di cura. L’edizione numero sette, ospitata al Resort Sant’Angelo di Pimonte, rilancia con forza la necessità di una rete oncologica capace di accompagnare i pazienti lungo percorsi di diagnosi e terapia sempre più complessi.
Il curriculum
Formatosi nel solco di una sanità che chiede rigore scientifico e umanità, Dipasquale è stato premiato nella categoria Under 40 per il suo impegno nella ricerca oncologica sui tumori cerebrali, una delle frontiere più difficili e dolorose della medicina contemporanea. Un riconoscimento che parla anche pugliese, e che restituisce alla sua terra l’orgoglio di vedere uno dei suoi figli contribuire, da Milano, a una battaglia che non conosce confini regionali. Angelo Dipasquale è specializzato in Neuro-Oncologia e attualmente lavora come assistente nell’Irccs Humanitas Research Hospital di Milano, dove si occupa di studi clinici di fase precoce per tumori solidi e neuro-oncologia. È anche membro del comitato giovani dell’International Society of Liquid Biopsy ed è stato ricercatore nel laboratorio di Neuro-oncologia dell’Erasmus Medical Center di Rotterdam.
Gli altri premiati
Accanto a lui, il premio è andato a Luca Bertero, anatomopatologo dell’Università di Torino, mentre il primo premio speciale Carla Russo è stato conferito a Paolo Ascierto, direttore dell’Unità di Melanoma e Immunoterapia oncologica dell’Istituto Pascale di Napoli. «La rete oncologica è fondamentale – ha ricordato Ascierto – perché ottimizza i percorsi di cura e accelera il trasferimento della ricerca nella pratica clinica».
Un concetto ribadito anche da Giuseppe Catapano, presidente dell’Osservatorio e Istituto per le Neuroscienze della Campania, nato proprio grazie all’impulso del Premio.
In mezzo a questi numeri e a queste strategie, resta però la forza delle storie individuali. Come quella di Angelo Dipasquale, che dal Sud ha portato il suo talento nei luoghi dove la ricerca corre più veloce, senza recidere il legame con le proprie radici. È anche da percorsi come il suo che passa la possibilità di rendere la lotta ai tumori cerebrali non solo una sfida scientifica, ma un impegno condiviso, umano, necessario.










