Cinque avvisi di garanzia per tentare di fare luce su una tragedia che ha trasformato il momento più atteso in un incubo senza fine. La Procura di Brindisi ha iscritto nel registro degli indagati tre medici e due ostetriche in servizio all’ospedale “Antonio Perrino”, in relazione alla morte di un neonato avvenuta lo scorso 23 novembre.
Le ipotesi di reato formulate dai magistrati sono pesanti: omicidio colposo e responsabilità colposa per morte o lesioni in ambito sanitario. Un atto dovuto, necessario per permettere ai sanitari di nominare i propri consulenti in vista degli accertamenti irripetibili.
L’inchiesta è scattata a seguito dell’esposto presentato dall’avvocato Antonella Palmisano, legale della coppia di genitori. La madre, una donna di 30 anni giunta quasi alla 39esima settimana di gravidanza, si trovava già nella struttura sanitaria in pieno travaglio. Secondo quanto ricostruito finora, la donna è stata sottoposta, come da protocollo, a una serie di tracciati cardiotocografici per monitorare il benessere fetale. Nei primi controlli il battito del piccolo era presente e regolare, senza segnali di allarme. Poi, drammaticamente, la situazione è precipitata: durante l’ultimo tracciato, poco prima del parto, il battito è scomparso completamente. Quando i medici hanno proceduto a far nascere il bambino, il piccolo era già privo di vita.
Ora si attendono le risposte dalla medicina legale. L’esame autoptico è stato fissato per venerdì e sarà eseguito dal dottor Roberto Vaglio. L’autopsia dovrà chiarire se la morte sia stata causata da una tragica fatalità imprevedibile o se vi siano state negligenze o ritardi nella gestione delle fasi finali del parto.