C’è anche Bartolo Longo, avvocato nato a Latiano e che cominciò i suoi studi giuridici a Lecce, tra i sette nuovi santi proclamati stamattina da papa Leone XIV. Oltre a Longo ci sono altri due italiani – suor Maria Troncatti e suor Vincenza Maria Poloni – e Peter To Rot (primo santo della Papua Nuova Guinea), Ignazio Choukrallah Maloyan (arcivescovo armeno cattolico, martire del genocidio del 1915) e i primi due santi del Venezuela José Gregorio Hernandez e Maria del Monte Carmelo Rendiles Martínez.
Il pontefice, dopo aver pronunciato la formula canonica – «Li iscriviamo nell’albo dei santi, stabilendo che in tutta la Chiesa essi siano devotamente onorati» -, ha affermato che non si tratta di eroi «ma uomini e donne autentici».
Chi era Bartolo Longo
Bartolo Longo è legato al complesso di devozione mariana e opere di carità del Santuario di Pompei.
Nato a Latiano il 10 febbraio 1841, intraprese a Lecce gli studi giuridici che concluse all’Università di Napoli divenendo avvocato.
Nel 1865, dopo un periodo di lontananza dalla fede, si convertì dalle pratiche dello spiritismo, si impegnò nel promuovere opere di bene e divenne Terziario domenicano e zelatore della preghiera del Rosario.
Per amministrare le proprietà della contessa Marianna Farnararo vedova De Fusco, nell’ottobre 1872, si recò in Valle di Pompei e si prese cura delle necessità spirituali e materiali degli abitanti che erano in completo abbandono. Così pregò la Vergine Maria: “Se è vero che tu hai promesso… che chi propaga il Rosario si salva, io mi salverò, perché non uscirò da questa terra di Pompei senza aver qui propagato il tuo Rosario“. Al suono delle campane dell’Angelus, che proruppe in quel momento, comprese che quella sarebbe stata la sua missione.
Il 13 novembre 1875 fece giungere a Pompei l’immagine della Madonna del Rosario e il 18 maggio 1876 fu posta la prima pietra del Santuario. Longo scrisse libri di devozione e curò la pubblicazione del periodico “Il Rosario” e la “Nuova Pompei”. Nel 1883 compose la Supplica alla Madonna di Pompei.
Si sposò con la contessa De Fusco, con la quale osservò sempre la castità coniugale. Insieme alla consorte eresse a Pompei un orfanotrofio femminile (1887) e le case per l’accoglienza dei figli (1892) e delle figlie dei carcerati (1922), fondò la Congregazione delle Suore Domenicane Figlie del Santo Rosario di Pompei e nel 1906 cedette tutte le proprietà alla Santa Sede. Morì il 3 ottobre 1926. Fu beatificato in piazza San Pietro da San Giovanni Paolo II il 26 ottobre 1980.