«Contrastare i fenomeni deteriori della peggiore movida è, certamente, interesse di tutti, per primi proprio degli imprenditori commerciali e turistici che operano nel rispetto delle regole», ma non è «accettabile che la scorrettezza di alcune imprese o di gruppi di cittadini debba determinare vincoli che implichino pesanti restrizioni alla libertà di impresa garantita dalle leggi, a danno di chi opera nel pieno rispetto delle regole».
Lo sottolinea la Confesercenti di Brindisi in una nota in cui fa riferimento a provvedimenti adottati dal Comune di Ostuni contro ‘la malamovida’ e auspica che queste ordinanze «possano essere riviste e meglio calibrate, in modo da individuare e risolvere i problemi reali con interventi mirati che non penalizzino le imprese».
«Delle tre ordinanze emanate – spiega Confesercenti – l’unica che tenta di contemperare effettivamente gli interessi “contrapposti” ricercando una mediazione, pur con difficoltà, sembra essere quella che disciplina le emissioni sonore. Le due altre ordinanze che vietano la vendita di prodotti alimentari, da parte degli esercizi commerciali ed artigianali, e la somministrazione di alcoolici, da parte dei pubblici esercizi, nelle ore notturne, rappresentano ,invece, un ingiustificato e grave danno per le imprese, mettendo a rischio la qualità dei servizi resi alle migliaia di turisti che, anche nelle ore notturne, frequentano l’intero territorio ostunese ed , in particolare, il centro storico».
«E’ bene ricordare, a riguardo – aggiunge – che il turismo rappresenta il 14% del PIL della regione Puglia e che, dopo gli anni terribili della pandemia, ci si aspetta un 2022 di recupero e ripresa dei trend di crescita bruscamente interrotti. Il turismo, anche nella provincia di Brindisi – afferma ancora – è proiettato verso traguardi di eccellenza (in Puglia ha il primato della maggiore percentuale di turisti provenienti dall’estero) e deve poter contare su una organizzazione sempre più programmata e qualificata di servizi pubblici e privati».
«Certamente dannosi si rivelano invece – conclude la nota – i provvedimenti che in modo intempestivo creano vincoli e divieti indiscriminati e non adeguatamente motivati».