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Omicidio Margherito, il consulente del pm: «La pistola funzionava»

La pistola non avrebbe potuto incepparsi, perché perfettamente funzionante. È quanto emerso dalla perizia balistica disposta dalla Procura di Brindisi sull’arma che ha ucciso con un colpo alla testa Irene Margherito, brindisina di 47 anni, lo scorso 26 maggio, sulla complanare della statale 7. La pistola semiautomatica calibro 7,65, con matricola abrasa, era impugnata da…

La pistola non avrebbe potuto incepparsi, perché perfettamente funzionante. È quanto emerso dalla perizia balistica disposta dalla Procura di Brindisi sull’arma che ha ucciso con un colpo alla testa Irene Margherito, brindisina di 47 anni, lo scorso 26 maggio, sulla complanare della statale 7. La pistola semiautomatica calibro 7,65, con matricola abrasa, era impugnata da Adamo Sardella, anch’egli brindisino, cognato 55enne di Margherito, accusato di omicidio e tentato omicidio del nuovo compagno della donna, con l’aggravante dei futili motivi.

La vicenda

L’incontro è avvenuto all’altezza della Cittadella della Ricerca ed avrebbe avuto fini chiarificatori, dopo alcuni dissidi tra la donna e la sua famiglia (anche con il proprio figlio) sfociati, però, prima in una violenta lite (il compagno della donna avrebbe utilizzato anche il fodero di una katana, ndr) e poi in una pistolettata. Dalle immagini delle telecamere di zona acquisite dagli investigatori, si vedono due auto: un Volkswagen Golf con a bordo Sardella ed il figlio della donna ed una Nissan Juke con a bordo la stessa vittima ed il compagno, Franco Acquaviva, 54enne di Mesagne. La Nissan è stata colpita dai proiettili per tre volte, uno è stato fatale a Margherito. Acquaviva, invece, ha riportato soltanto ferite di lieve entità alla testa, ma è stato denunciato a piede libero per il possesso di una katana.

Le tensioni

Dall’ascolto di parenti e conoscenti sarebbe emerso un contesto familiare assai “pesante”. Ci sarebbero stati dissidi in essere da tempo, acuiti quando la donna, vedova da una decina di anni del fratello di Sardella, ha intrapreso una relazione sentimentale con un altro uomo. Margherito era anche la sorella della moglie di Sardella. La vittima, deceduta il giorno dopo la sparatoria presso il reparto di Rianimazione dell’ospedale “Perrino” di Brindisi, ha lasciato due figli, un uomo e una donna, entrambi sposati. La figlia si era sposata da poco e stava per renderla anche nonna. Ci sarebbero stati anche dissapori tra i due fratelli, tanto che il figlio non era presente al funerale della madre, così come la sorella, moglie di Sardella.

La consulenza

Le conclusioni della consulenza balistica sono rilevanti rispetto all’accusa di tentato omicidio di Acquaviva. In relazione all’omicidio della donna ed all’aggravante della premeditazione, si attende il deposito della perizia sui telefoni cellulari. In analisi, chiamate e messaggi sui vari canali social. In quella circostanza, gli inquirenti capiranno chi ha chiesto l’incontro e il reale motivo.

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