Le associazioni ambientaliste della città brindisina hanno espresso forti preoccupazioni riguardo alle prospettive future del polo industriale locale, in particolare dopo l’annunciata chiusura di Versalis da parte di Eni. In una nota congiunta, le associazioni hanno criticato le proposte alternative presentate finora, giudicandole spesso incoerenti e dannose per il territorio.
Le proposte controverse
La chiusura di Versalis e la fermata della centrale a carbone di Brindisi Sud hanno messo in luce la necessità di una transizione energetica rapida e sostenibile. Tuttavia, le associazioni ambientaliste ritengono che le proposte finora avanzate, come la conversione a gas o l’installazione di una centrale nucleare, siano del tutto inadeguate.
«La politica ha sottovalutato la crisi del petrolchimico, accettando passivamente le decisioni delle multinazionali senza garantire una transizione giusta e sostenibile» si legge nella nota.
Poi la critica diretta al nucleare: «Oggi, non avendo capacità di intravedere altri orizzonti, si arriva perfino a chiedere, dopo un termovalorizzatore, l’installazione di una centrale nucleare in sostituzione di quella a carbone presentandola come una soluzione green, facendo confusione fra fusione, da studiare e sperimentare (ma, comunque, futuribile), con una fissione assolutamente da rigettare. Ma chi parla di nucleare di prima o seconda o terza o quarta generazione, sa di cosa parla? Tutto ciò viene proposto per un territorio che ha subito danni e sacrifici enormi a favore dei cosiddetti interessi nazionali».
Energia pulita e rinnovabile
Le associazioni ambientaliste puntano invece su soluzioni più sostenibili, come lo sviluppo delle energie rinnovabili e la creazione di un datacenter alimentato da un impianto eolico offshore. «Si faccia uno sforzo di memoria e di ricerca, perché noi torniamo a proporre quanto da mesi chiediamo e anche recentemente puntualizzato, indicando gli interventi possibili e le ricadute occupazionali».