Mesagne, due lupi uccisi e abbandonati in strada: scatta la denuncia per il bracconiere

Due cuccioli di lupo sono stati uccisi e abbandonati a bordo strada nel territorio di Mesagne «probabilmente per far credere che siano stati investiti». A denunciarlo, in un post pubblicato sui social, è “Hic Sunt Lupi“, progetto che si occupa del monitoraggio e della tutela dei canidi nel territorio.

Si tratta, si legge nel post, di «un altro episodio di caccia di frodo ai danni del lupo in Salento».

Stando a quanto riferiscono da Hic Sunt Lupi che pubblica anche le foto dei corpi, «un cucciolo è stato sparato sul volto».

La segnalazione è arrivata dall’avvocato Francesco Di Lauro, «che sta provvedendo a formalizzare una denuncia», spiegano da Hic Sunt Lupi: «Questo episodio di bracconaggio (di agosto scorso e che rischiava di passare inosservato) – proseguono – si aggiunge a quello di ottobre scorso a Castiglione d’Otranto, che ha portato all’identificazione dell’autore e su cui si è aperto un procedimento penale». Di qui l’appello: «Se siete a conoscenza di atti di bracconaggio ai danni del lupo è importante segnalarli ai carabinieri forestali (chiamando al 1515) e al nostro progetto».

Il lupo, ricordano nel post, è ancora una “specie particolarmente protetta” (il massimo della tutela normativa) ed «è notevolmente colpito dal fenomeno criminale del bracconaggio, che rappresenta la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali per questa specie. Oltre all’uso di armi da fuoco – spiegano ancora da Hic Sunt Lupi -, il veleno è il metodo più subdolo, tra quelli illegali, per eliminare i lupi. Un metodo pericoloso non solo per l’ecosistema ma anche per gli animali d’affezione e le persone».

Dal progetto mettono in guardia: «I casi di bracconaggio censiti sono molti ma comunque meno di quelli effettivi: c’è un sottobosco enorme che non viene alla luce grazie alle denunce e ai ritrovamenti e che rimane nascosto. Per la conservazione del lupo il bracconaggio è un problema serio, un problema su cui soffia spesso il vento della disinformazione e dell’allarmismo», concludono.

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