A Mesagne, dove ha inaugurato l’estate scorsa il suo nuovo atelier di abiti da sposa e cerimonia per uomo e donna, Bilal Muhammad, 32enne pakistano, vive da più di quattro anni. Ha scelto questa cittadina del brindisino come casa, acquistando un’abitazione vicino al centro storico, dove tutti lo hanno accolto con grande benevolenza: «Quando ho chiuso la mia prima attività a Brindisi, volevo capire dove vivere. E intendo proprio vivere, perché non credo nell’idea che si debba scegliere solo in base ai soldi. Io cerco altro, cerco il calore, l’empatia, lo stile di vita che ho trovato solo in Puglia. Ho viaggiato per tutta Europa, ma sono tornato a Mesagne».
Un lungo viaggio
La sua storia attraversa Iran, Turchia, Azerbaijan, Albania, Grecia e Macedonia, poi Roma, Milano e Brindisi. Ma le sue origini sono in Pakistan, a Karachi, una delle megalopoli più estese al mondo, dove la sua passione per la sartoria ha avuto inizio. Il padre, per tenerlo lontano dai guai dopo la scuola, lo ha educato all’arte del cucito fin dall’età di otto anni. , non solo per cucire tessuti, ma per ricucire il proprio destino. Ogni punto, ogni taglio, ogni nuova creazione rappresenta un passo avanti nel suo percorso, un filo invisibile che lega il passato alle ambizioni future. Dalla piccola sartoria di famiglia in Pakistan al suo atelier in Italia, Bilal Muhammad ha trasformato la sua arte in una missione, intrecciando sogni e speranze in ogni abito che realizza.
Un percorso durissimo
L’arrivo in Italia non è stato semplice. Bilal è giunto nel paese da irregolare, dopo un viaggio durissimo e pericoloso. Ha attraversato la Siria e la Grecia lavorando in diversi settori per mettere da parte i soldi necessari per il viaggio. In Italia è sbarcato a Otranto, trovando accoglienza nel centro di Restinco. Proprio lì ha ripreso a esercitare la sua arte sartoriale, realizzando piccoli lavori per gli ospiti del centro e gli operatori. Questo gli ha permesso di acquistare una vecchia macchina da cucire e di mantenersi autonomamente.
La nuova vita
A Brindisi dal 2012, nel 2018 ha aperto una piccola attività di riparazioni, il “Fashion B-Style”, e poi ha deciso di fare un passo avanti con un proprio marchio. Nascono così Atelier Katalìa per l’abbigliamento femminile e Sartoria Balzani per quello maschile, e un punto vendita nuovo, con un’ampia vetrina e spazio per il parcheggio a Mesagne, dove già abitava. «Non voglio vendere abiti di altri stilisti, voglio creare qualcosa di mio, come ho imparato dalla mia famiglia. Poi qui in Italia, soprattutto in Puglia, l’attenzione nei confronti dei matrimoni è altissima: io però scelgo di distinguermi, di creare qualcosa di davvero unico, e la collezione di quest’anno sta già riscuotendo tantissimo successo. Le spose vengono attratte non dal solito pizzo tradizionale, ma dall’idea di novità, di freschezza, di cambiamento che porto nei miei abiti, una promessa d’amore cucita con sogni, speranze e felicità».
Agli abiti da sposa si aggiungono quelli da cerimonia: «Molte ragazze vengono a chiedere creazioni personalizzate per le feste di 18 anni, in base alle possibilità economiche: il lavoro non manca mai».
Il progetto del franchising
Bilal vuole anche espandere la sua impresa e creare un franchising da esportare in tutta Europa e oltre: «Ho visitato la Danimarca, la Germania, tanti Paesi del Nord. Le possibilità economiche lì non mancano, ma vorrei creare un franchising, una “catena” di montaggio per produrre gli abiti disegnati da me con operai locali. Per il momento sto consolidando l’attività in Italia, ma sono disposto a fare un salto di qualità».
Per la vita, invece, la Puglia è la scelta “definitiva”: «Da 14 anni in Italia, ho viaggiato in lungo e in largo per tutta Europa alla ricerca del luogo ideale in cui costruire il mio futuro. Ho vissuto in grandi città e piccoli centri, esplorando culture diverse e confrontandomi con realtà sempre nuove. Tuttavia, nessun posto mi ha fatto sentire a casa come la Puglia. Qui ho trovato non solo un’accoglienza calorosa, ma anche l’opportunità di esprimere al meglio la mia passione per la sartoria e di costruire qualcosa di mio».
La cittadinanza
Solo un pezzo di carta, il più importante, si frappone tra Bilal e la piena felicità: la cittadinanza italiana, per riunirsi alla sua famiglia dopo quindici anni di separazione. «Sto aspettando ma tra qualche mese dovrebbe arrivare. Così potrei farli arrivare qui per lavorare con me, per condividere la mia gioia. La distanza è dura, mia madre soffre per la mia mancanza».