I fratelli Enrico e Cosimo Morleo, di 58 e 59 anni, accusati dell’omicidio degli imprenditori Salvatore Cairo e Sergio Spada, uccisi a Brindisi 24 anni fa, sono stati condannati all’ergastolo con isolamento diurno, rispettivamente, per un anno e tre anni.
Ai due è contestata anche l’aggravante del metodo mafioso. I due imprenditori erano attivi nel settore del commercio delle pentole e degli articoli per la casa.
I giudici della Corte d’assise di Brindisi hanno assegnato a titolo di provvisionale “immediatamente esecutiva” 1,5 milioni di euro in favore dei parenti delle vittime.
I resti di Salvatore Cairo, scomparso il 6 maggio di 24 anni fa, sono stati trovati in un pozzo della zona industriale di Brindisi il 20 dicembre dell’anno scorso. Era stato uno dei due fratelli, Enrico Morleo, a dichiarare nel corso dibattimento celebrato davanti alla Corte di assise di aver «fatto a pezzi» il cadavere di Cairo, ma di non averlo ucciso.
Il corpo di Sergio Spada fu trovato invece il 19 novembre 2001, poche ore dopo la scomparsa, nel piazzale di un’area di servizio dismessa sulla tangenziale di Brindisi.
Secondo la Procura di Brindisi, che per i due fratelli aveva chiesto l’ergastolo, Enrico sarebbe stato l’esecutore materiale di entrambi gli omicidi, mentre il fratello Cosimo il mandante in quanto avrebbe voluto liberarsi di due concorrenti nei suoi affari legati alla vendita di articoli per la casa.
