«La situazione è molto grave in tutta la Striscia di Gaza, particolarmente nella città di Gaza. I bisogni di tutta la popolazione sono enormi». È quanto riferisce il parroco della chiesa della Sacra Famiglia di Gaza, padre Gabriel Romanelli, all’associazione “L’Isola che non c’è” di Latiano, che ha candidato i bimbi di Gaza al Premio Nobel per la pace.
«Noi – spiega padre Romanelli, che vive in Medio Oriente da 30 anni – continuiamo a servire i nostri rifugiati in maniera diretta, circa 450 persone, famiglie con i bambini. Nessuno sa fino a dove arriverà questa guerra, se i piani che la parte politica e militare hanno dichiarato saranno portati avanti o no. Noi speriamo di no, e che si arrivi a una tregua, a un cessate il fuoco con la liberazione degli ostaggi, l’ingresso consistente di aiuti umanitari e di medicinali. Speriamo e preghiamo per questo».
Romanelli spiega di aver preso la decisione di rimanere a Gaza, di aiutare coloro che «sono e saranno in questa parrocchia», che definisce «un’oasi dello spirito e non solo», perché «non sapendo cosa accadrà e vedendo soprattutto i nostri anziani, i nostri ammalati, le persone disabili che sono con le sorelle di Madre Teresa, e le altre tante persone che sono a carico nostro qui nella parrocchia del patriarcato latino, dobbiamo continuare a servire Cristo in queste povere persone».