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Iaia candidata al premio Gamma Donna: «Le radici in Puglia e gli studi con papà» – L’INTERVISTA

Una bella storia che lega il Sud e il Nord, un padre e una figlia. Una storia con un lieto fine e cioè la candidatura al prestigioso “Gamma Donna 2024”, una manifestazione, alla sua ventesima edizione, che premia l’imprenditoria femminile innovativa. L’appuntamento per conoscere chi, tra le sei finaliste, si aggiudicherà l’ambìto premio è il…

Una bella storia che lega il Sud e il Nord, un padre e una figlia. Una storia con un lieto fine e cioè la candidatura al prestigioso “Gamma Donna 2024”, una manifestazione, alla sua ventesima edizione, che premia l’imprenditoria femminile innovativa.

L’appuntamento per conoscere chi, tra le sei finaliste, si aggiudicherà l’ambìto premio è il 4 novembre alle 16,30 nella Centrale Nuvola Lavazza, a Torino. Tra le imprenditrici spicca il nome di Beatrice Carolina Iaia, classe 1988, con la sua azienda “Biotitan Nanotechnology”. Cosa la distingue dalle altre partecipanti? Il suo sangue in parte pugliese e il suo sodalizio sul piano lavorativo con il padre.

Nata a Milano da madre originaria di Trento, ci spiega il perché del suo “cuore” made in Puglia?

«Mio padre è originario di Carovigno, in provincia di Brindisi, e il filo rosso con la bella terra del Sud, anche dopo essersi trasferito al Nord, non si è mai spezzato. Mia madre, in seguito ad alcune vicende di salute, ha scelto di vivere proprio lì dove mio padre è nato e io la raggiungo tutti i mesi. Abbraccio mia madre e anche mia nonna. È un paese dove c’è un’ottima qualità di vita, cibo eccellente, un mare meraviglioso e trascorro da sempre lì le vacanze estive. Sento quel legame di sangue che fa la differenza».

Parlando invece dei ritmi frenetici di Milano, questa candidatura al premio è già un risultato di grande rilevanza: lo si deve anche a suo padre?

«Certo. Lavoriamo insieme dal 2018. Prima di allora, pur dedicandosi allo studio e alla realizzazione di questi prodotti innovativi già dagli anni ‘90, mio papà gestiva insieme a mia madre anche altre attività a Milano. Io, invece, dopo aver studiato Linguaggio dei media in Cattolica, ho cambiato rotta e a 23 anni ho aperto una scuola di danza e organizzavo format di eventi in Europa».

E poi come siete arrivati a questa unione lavorativa padre-figlia in un ambito del tutto diverso?

«Per passione. Mio padre ha sempre amato la chimica e ha sempre lavorato su questo progetto e io, dopo la vicenda di mia madre, l’ho seguito in una sfida nuova e avvincente. Quelle formule da lui “ideate” sono finalmente diventate un brand, delle vere e proprie soluzioni per materiali di diverso tipo che possono davvero fare la differenza. Sono proprio questi dati di salubrità e sostenibilità quelli a cui io mi sono appassionata».

La Biotitan Nanotechnology di cosa si occupa?

«Sviluppa e produce soluzioni nanotecnologici di ultima generazione e mira al miglioramento a lungo termine dei materiali trattati. Ci occupiamo di sicurezza, pulizia, manutenzione e protezione della materia. Sono dei prodotti, che generano proprietà durevoli nel tempo, dai due ai sette anni di garanzia. Mi riferisco per esempio a prodotti per pavimenti antiscivolo, vetri autopulenti, metalli anti-erosione e poi graffiti o marmi».

L’ultimo in scaletta?

«Una formula antibatterica e antivirale per le superfici e che dura due anni».

Il tema “tempo di azione” avrà quindi fatto la differenza rispetto ad altre aziende nel settore…

«Di sicuro è la nostra caratteristica distintiva. La durata non breve di un prodotto genera risparmio per le aziende di vari settori che possono così effettuare minori cicli di lavaggio».

La sua azienda, con i prodotti certificati, ha una filiera integrata al servizio dei propri clienti e questi ultimi son davvero tanti. La partecipazione da finalista al premio “Gamma Donna” è un riconoscimento non da poco.

«È una grande soddisfazione, mi riempie di orgoglio lavorare con il mio fantastico team e anche con realtà come un noto spin off dell’Università di Bergamo».

Si è dunque appassionata al tema “benefici dei prodotti” e nel futuro quali i progetti?

«Dopo i miei master in Sostenibilità aziendale e Nanotecnologia, sto studiando per diventare tecnico ambientale dell’Atta, l’Associazione nazionale tossicologi e tecnici ambientali».

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