La sentenza del Consiglio di Stato sulla realizzazione dell’impianto GNL di Edison a Brindisi ha riacceso un dibattito acceso e complesso, che coinvolge questioni di carattere economico, ambientale e sociale. Le opinioni espresse dai consiglieri comunali Roberto Quarta, Francesco Cannalire e Roberto Fusco offrono un panorama variegato e spesso contraddittorio della situazione.
La politica non incisiva
«La consuetudine di veder giudici intervenire su tali tematiche riflette una realtà consolidata, in cui la città sembra sottovalutare i pericoli fino all’ultimo momento, reagendo solo quando è troppo tardi». Entra a gamba tesa nella questione il consigliere comunale Roberto Quarta, che, oltre agli strali contro la stasi davanti ai problemi, punta il dito sulla politica locale. «Il susseguirsi di reciproche accuse – prosegue il consigliere – tra coloro che cercano di sfuggire alle proprie responsabilità non fa che alimentare il dibattito pubblico. Tuttavia, è innegabile che vi sia una priorità distorta nel dover affrontare le sfide attuali: l’attenzione sembra spesso rivolta a scorgere o denunciare presunte irregolarità o mancanze di trasparenza anziché concentrarsi sulla protezione del territorio da uno sfruttamento eccessivo e dannoso. Emerge chiaramente una preoccupante mancanza di incisività da parte della classe politica, la quale da anni condanna la nostra città a subire insediamenti che apportano scarsi benefici economici e sociali».
Il territorio depauperato
Non lesina critiche anche il capogruppo consiliare del Pd Francesco Cannalire, in particolare nei confronti del presidente di Confindustria Gabriele Lippolis, per poi dirigersi verso la società Edison stessa: «Nel frattempo – dice – sarà fondamentale verificare se Edison è interessata a realizzare l’impianto, utilizzando esclusivamente risorse proprie o drenerà fondi pubblici con la complicità del Governo Meloni, privando così il tessuto economico locale di importanti risorse che, se destinate nell’accordo di programma per la decarbonizzazione, potrebbero sostenere la riconversione della filiera locale, allo stato, abbandonata a se stessa».
La posizione dei 5 stelle
Contrari alla realizzazione del deposito sono gli appartenenti al Movimento 5 Stelle, il cui rappresentante, Roberto Fusco, ricorda che «privo di esame da parte dell’Autorità giudiziaria è rimasto il fondamentale tema della mancanza della Valutazione di impatto ambientale, obbligatoria allorché come nel caso di specie un deposito di gas Gnl sia collegato alla rete nazionale di distribuzione del gas gestita da Snam, autorizzazione VIA. Non resterà quindi che attendere che tali aspetti vengano valutati dall’Autorità Giudiziaria penale, ricordando che riguardo al rigassificatore della British Gas la magistratura penale intervenne, anche dopo i provvedimenti di rigetto da parte dell’autorità amministrativa. sequestrando e poi confiscando il sito allorché le opere di realizzazione dell’impianto erano già in corso. Non avendo la magistratura penale, ove ravvisi dei fatti costituenti reati, i limiti che ha la giustizia amministrativa derivanti dalla definitività del provvedimento impugnato e dai motivi di impugnazione».