Palmina Martinelli, morta il 2 dicembre del 1981, dopo 22 giorni di agonia in ospedale, non si suicidò: quanto accaduto l’11 novembre del 1981 a Fasano «fu senz’altro omicidio»: sono le conclusioni del gip di Bari, Giuseppe Battista, che sconfessa la Cassazione secondo cui la ragazzina di appena 14 anni si era tolta la vita.
La morte di Palmina Martinelli, «avvenuta con modalità atroci», nasce «all’interno della cerchia familiare, una parte della quale ancor oggi reticente e ostile alle indagini», scrive il gip.
Più volte, nel corso delle indagini per una morte avvenuta 45 anni fa, si è fatta strada l’ipotesi che la 14enne dovesse essere avviata alla prostituzione da parte di persone appartenenti alla sua cerchia familiare.
Il gip di Bari, nell’accogliere la richiesta di archiviazione a carico di Cesare Ciaccia, per l’omicidio aggravato in concorso con ignoti di Palmina Martinelli, evidenzia che «non è azzardato affermare l’incompletezza degli accertamenti svolti subito dopo i fatti, che scontarono un’insanabile contraddizione: da un lato l’indicazione (da parte della stessa vittima) di Enrico Bernardi e di Giovanni Costantini quali responsabili dell’atto delittuoso», un dato che «verosimilmente indusse gli inquirenti dell’epoca», nel 1981, «a non effettuare le pur dovute verifiche su altre posizioni, dall’altro l’avvenuta assoluzione degli stessi, con la “pietra tombale” posta sul processo dalla sentenza della Cassazione, che dichiarando l’insussistenza del fatto, avvallò la tesi del suicidio».
Ma la conclusione della Cassazione, secondo il gip, «era erronea, e vien da chiedersi perché considerazioni logiche e ragionevoli quali quelle dei consulenti di Giacomina Martinelli», sorella della vittima, non fossero emerse già al momento delle prime indagini. «Ciò, tuttavia, non costituisce elemento probatorio spendibile nei confronti di Ciaccia, ovvero suscettibile di approfondimenti in sede dibattimentale».
Quanto a Bernardi e Costantini «sono stati definitivamente assolti» mentre Antonio Martinelli, fratello della vittima è morto, «portando con sé i suoi segreti».