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Debiti non saldati e altre pendenze, il Brindisi calcio deve 30mila euro al Comune

«Abbiamo trovato una montagna di debiti che stiamo con tanto sacrificio risolvendo» dichiarò il presidente del Brindisi, Giuseppe Roma, poco più di un anno fa, ma un documento sull’albo pretorio del Comune evidenzia come parte dei debiti pregressi non siano stati saldati e che se ne siano creati altri. Il club dovrà sborsare al Comune…
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«Abbiamo trovato una montagna di debiti che stiamo con tanto sacrificio risolvendo» dichiarò il presidente del Brindisi, Giuseppe Roma, poco più di un anno fa, ma un documento sull’albo pretorio del Comune evidenzia come parte dei debiti pregressi non siano stati saldati e che se ne siano creati altri.

Il club dovrà sborsare al Comune quasi 30mila euro per la fruizione dello stadio “Fanuzzi”. Debiti accumulati nell’ultimo anno della gestione Arigliano (stagione 23/24) e nel primo della triade Roma-Pozzessere-Dova (stagione 24/25). «Gli impianti sportivi comunali – si legge in una determina di accertamento del Comune – vengono assegnati previo pagamento delle relative tariffe».

Nel documento viene evidenziato come il Comune abbia «per le stagioni sportive 2023/204 e 2024/25 provveduto ad assegnare tramite formali autorizzazioni alla società del Brindisi fasce orarie per l’utilizzo dello stadio e di altri impianti sportivi per lo svolgimento di allenamenti e gare di campionato federali relative alla prima squadra e alle categorie giovanili».

Il Comune avrebbe diffidato la società e provato a recuperare la somma senza successo. «Il Comune di Brindisi – si legge nella determina – ha diffidato predetta società sportiva, in ragione della inottemperanza e pur soddisfatta dal Comune stesso, al pagamento di quanto dovuto nell’arco delle predette stagioni sportive, tramite l’invio di note Pec a cui non è corrisposto riscontro o, laddove riscontrate, non si è dato seguito effettivo alla restituzione delle somme».

La situazione

Il Brindisi dovrà quindi, entro 60 giorni, sanare la propria posizione debitoria oppure a farlo ci penserà l’Agenzia delle Entrate. Ora la proprietà dovrà spiegare perché non siano stati pagati alcuni debiti pregressi e perché se ne siano stati creati altri, come la determina accerta.

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