Trasformare la rabbia, la tristezza e la paura provate, in una sfida che possa aiutare altri a superare gli stessi momenti difficili. Questo sta facendo Martina Biasco, brindisina classe 2000, ma soprattutto mamma due bellissime bambine, nate premature.
La storia
Martina lascia Brindisi qualche anno fa per proseguire il proprio percorso di studi. Sceglie Ascoli, dove frequenta il corso di Design della Comunicazione Visiva. Lì conosce Fabio, colui che di lì a poco diverrà prima il suo compagno e poi padre delle sue bimbe. «Al terzo anno di università – ci dice – scoprii di essere rimasta incinta. Sin dalla prima ecografia ci rendemmo conto che le bimbe erano due e la gravidanza era monocoriale e monoamniotica. Le bambine, quindi, condividevano la stessa placenta e la stessa sacca. Una gravidanza ad alto rischio». Martina e Fabio, però, decidono di continuare quella gravidanza così difficile.
Nascono Camilla e Beatrice
Dopo poco più di 7 mesi di gravidanza, il 20 luglio 2024, Martina partorisce le sue gemelline all’ospedale Salesi di Ancona, premature. «Mentirei – ci racconta – se dicessi di aver vissuto tranquillamente quel momento. Le bimbe furono subito messe in terapia intensiva neonatale e nella mia testa c’era un turbinio di emozioni negative. Non vedevo il futuro che attendeva le mie bambine, ma solo un presente fatto di ansie e paure».
Poi, grazie a Fabio, la svolta. «Non parlavo con nessuno, ero chiusa in me stessa. Fabio un giorno mi si avvicinò e mi convinse ad aprirmi, a parlare con gli altri genitori». Detto fatto. I reparti pediatrici neonatali degli ospedali divennero per Martina un luogo di ascolto e confronto con gli altri genitori, che gli fecero capire che anche per i bimbi nati prematuri esiste un futuro.
Il supporto
«Quando gli altri genitori mi fecero capire che anche le mie bimbe avrebbero avuto un futuro, decisi che anch’io avrei dovuto dare il mio contributo su questo tema» ci racconta commossa. Unire il suo percorso di studi a quanto accadutole, quindi, è stato naturale. «La mia tesi è incentrata proprio sul tema della prenatalità. Ho deciso di raccogliere foto, testimonianze, documenti che possano aiutare altri genitori, altre giovani mamme, a non sentirsi come mi sono sentita io. La finalità della tesi – conclude – nel pratico è quella di creare un progetto editoriale che possa sensibilizzare e istruire su questo tema. Ma ciò che davvero mi interessa è far vedere il futuro stupendo che attende anche i nati prematuri».