Il fascino della Puglia – e in particolare del territorio brindisino – continua a catturare l’attenzione degli investitori internazionali. Negli ultimi mesi, l’interesse d’Oltreoceano per il patrimonio immobiliare locale è tornato a farsi sentire con forza. A confermarlo è il caso di Masseria Tavernese, una delle proprietà più vaste e suggestive del Comune di Fasano, al centro di un percorso di valorizzazione e tentativi di alienazione iniziati quasi trent’anni fa.
La storia
Lo scorso agosto la notizia aveva già fatto scalpore: una cordata di imprenditori americani aveva versato una caparra da 432mila euro – il 10% dell’offerta – a testimonianza di un interesse concreto verso la tenuta di 88 ettari tra Torre Canne, Montalbano e Pozzo Faceto. Un segnale forte, dopo anni di aste deserte e occasioni sfumate.
Martedì, dopo la pubblicazione del bando a fine ottobre e una lunga attesa, è arrivata la svolta definitiva: Masseria Tavernese è stata ufficialmente aggiudicata in sede di asta pubblica per una cifra di poco superiore ai 7 milioni di euro. Una somma ben lontana dai valori stimati negli anni ’90 – si parlava dell’equivalente di 9-10 milioni di euro attuali – ma comunque un introito considerevole per le casse comunali.
Una gara molto attesa
La seduta di apertura delle offerte, tenutasi a Palazzo di Città, è stata particolarmente seguita anche per la portata del bene in questione: oltre agli edifici storici della masseria, l’alienazione comprende anche un vastissimo comprensorio agricolo, in parte già circondato da strutture turistico-ricettive di pregio.
La base d’asta era fissata a 4.320.000 euro. La proposta vincente – presentata da una società straniera, la Heaven srl con sede in Milano che non ha voluto divulgare i nomi dei soci della cordata americana – ha superato di oltre 2,5 milioni il prezzo minimo, segno di un reale e marcato interesse verso lo sviluppo della tenuta. La procedura si è svolta regolarmente, in forma pubblica, come previsto dal codice degli appalti, con verbalizzazione immediata dell’offerta migliore e successiva aggiudicazione provvisoria, ora in attesa di conferma definitiva dopo i controlli di rito.
Un futuro tutto da scrivere
La storia di Masseria Tavernese è legata a doppio filo alle trasformazioni urbanistiche e turistiche del territorio. Negli anni ’90, il Comune tentò di venderla come area edificabile a vocazione turistica: sul tavolo arrivarono proposte da gruppi imprenditoriali di alto livello – tra cui quelli legati a Ghirelli, Zamparini e alla famiglia Matarrese – ma nessuna operazione si concluse. Nel frattempo, l’area tornò agricola, mentre altri investimenti privati crescevano tutt’intorno.
Oggi, finalmente, la vendita è realtà. E il maxi-gettito da oltre 7 milioni rappresenta una boccata d’ossigeno per il bilancio comunale: servirà a sbloccare opere pubbliche ferme da tempo, generare investimenti e migliorare servizi e infrastrutture.
Resta ora da capire quale sarà il destino della masseria. Tra le ipotesi circolate negli ultimi mesi – soprattutto sulla scia dell’interesse americano – ci sono progetti ambiziosi: resort di lusso, campi da golf, strutture eco-sostenibili capaci di attrarre un turismo di fascia alta.
Il Comune, intanto, osserva con attenzione: con un patrimonio così strategico che cambia proprietario, il futuro di Tavernese non riguarda solo chi l’ha acquistata, ma l’intero territorio.
Una cosa è certa: il Brindisino continua a essere un polo attrattivo per il mercato immobiliare internazionale. E la rinascita di Masseria Tavernese potrebbe segnare l’inizio di una nuova stagione di sviluppo turistico e imprenditoriale.
