«Sono proprio i soggetti più fragili con problemi di salute mentale che hanno e stanno pagando uno dei prezzi più alti della pandemia. In piena emergenza sanitaria continuano le carenze strutturali e di personale oltre che la mancanza di adeguati modelli organizzativi». Sono le parole del segretario generale della CGIL Brindisi Antonio Macchia
La nota della regione Puglia dello scorso 6 gennaio recante disposizioni urgenti per il rafforzamento delle misure organizzative per la gestione dell’attuale fase pandemica e per le indicazioni operative sulla rete ospedaliera COVID-19, non trova una corretta applicazione. Si rilevano evidenti incongruenze tra gli aspetti formali delle direttive come quella di “definire tutti gli aspetti organizzativi che consentano di attivare entro 48 ore e comunque in tempi brevi (…) tutti i posti letto previsti per le strutture pubbliche dalla DGR 827/2021 (…); garantire la corretta separazione dei percorsi COVID e NO-COVID nei reparti di degenza ed in Pronto Soccorso”.
«Nello specifico – continua Macchia – si rileva la scarsa attenzione data agli aspetti organizzativi reali che bisogna affrontare, a quelli strutturali e alle dotazioni organiche, già carenti, con la necessità di organizzare équipe dedicate e problematiche gestionali soprattutto per garantire percorsi terapeutici idonei in particolare per i posti letto psichiatrici. In particolare, per la salute mentale, la necessità di garantire l’immediata disponibilità di posti letto e percorsi dedicati per i pazienti psichiatrici, si scontra con evidenti problematiche strutturali della nostra provincia, più volte denunciate, come il numero di posti letto ospedalieri attivati.
Secondo il D.L 70/2015 1 posto letto per 10.000 abitanti, mentre ci sono solo 15 posti letto e anche al di sotto di quanto previsto dallo stesso POR 2017 regione Puglia che prevedeva l’attivazione di un reparto ospedaliero (SPDC) presso il P.O. di Francavilla Fontana di 15 posti letto.
«Quest’ultimo non è stato mai attivato. Permangono altresì le carenze di dotazione organica dei Centri di Salute Mentale esistenti per quanto riguarda le varie figure previste nelle équipe multi professionali che potrebbero, se adeguate, garantire la prevenzione e la cura al domicilio di pazienti non gravi».
Riguardo la gestione dei ricoverati nell’SPDC del Perrino, aumenta il rischio del lavoro-correlato, delle difficoltà di reale separazione di percorsi terapeutici Covid/No-Covid, della necessità di organizzare ancor prima dei ricoveri di pazienti Covid positivi, spazi ed équipe curante dedicati, pensando alle necessità gestionali dei pazienti psichiatrici che necessitano di interventi multi professionali e di attenzione agli aspetti relazionali ed occupazionali
«Una cosa “banale”, – conclude il segretario generale Macchia – la gestione del fumo di sigaretta o la necessità di non tenerli allettati. Sono questi aspetti organizzativi che rischiano di avere serie ripercussioni nei confronti di questa particolare utenza e dei lavoratori interessati che invece necessitano di una programmazione sanitaria basata sui bisogni attuali della salute mentale. Anche perché la storia lo insegna: quando l’intera società va in sofferenza, quelli che pagano il prezzo più alto sono i soggetti più fragili e la potenza distruttiva della pandemia è tanto più marcata quanto più sono esposte le fasce sociali che ne sono investite. La Camera del Lavoro di Brindisi ritiene, in definitiva, che per fronteggiare questo scenario pandemico la riorganizzazione dei sistemi sanitari non deve essere ridimensionata soprattutto per i soggetti fragili come appunto i pazienti affetti da disturbi mentali di varia gravità, ma più in generale anche per i soggetti in condizione di grave povertà o marginalità per evitare una recrudescenza delle conseguenze psicosociali della pandemia»