La Procura di Taranto ha disposto accertamenti tecnici irripetibili sul giubbotto indossato dal 59enne Michele Mastropietro, l’uomo che, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe esploso i colpi mortali d’arma da fuoco indirizzati verso il brigadiere capo dei carabinieri Carlo Legrottaglie a Francavilla Fontana.
Come si ricorderà, il 12 giugno scorso, Mastropietro, insieme al complice Camillo Giannattasio, non si fermò all’alt dei carabinieri, impegnati in un servizio di controllo del territorio, in quanto a bordo di un’auto rubata. Da qui nacque un inseguimento e poi un conflitto a fuoco in cui morì Legrottaglie a pochi giorni dalla pensione.
Mastropietro e il complice Camillo Giannattasio provarono a sfuggire alle forze dell’ordine ma vennero rintracciati in campagna tra Grottaglie e Martina Franca. Furono inseguiti a piedi. Un inseguimento durante il quale nacque un conflitto a fuoco con la polizia in cui Mastropietro perse la vita.
Gli accertamenti irripetibili sul giubbotto saranno finalizzati a rintracciare le tracce di polvere da sparo e a chiarire calibro e traiettoria del proiettile che uccise Mastropietro. Le analisi saranno eseguite il 22 settembre nel laboratorio del Ris di Roma.
Due gli indagati per la morte di Mastropietro difesi dagli avvocati Antonio Maria La Scala e Giorgio Carta. Giannattasio, recluso nel carcere di Taranto, è difeso dall’avvocato Luigi Danucci.
