«Era l’amico di tutti, aveva sempre il sorriso stampato sulla faccia». Insomma, non solo un carabiniere ma molto, molto di più. Questo era Carlo Legrottaglie stando alle parole di chi lo conosceva e gli voleva bene, un suo parente, che però preferisce rimanere anonimo. Carlo ha perso la vita ieri mattina intorno alle 7:30.
La pensione
«A inizio luglio avrebbe compiuto gli anni e sarebbe andato in pensione. Ieri era il suo ultimo giorno di servizio, sarebbe andato in ferie attendendo quel giorno. Qualcuno, però, gliel’ha impedito» ci dice il familiare, rendendo ancora più triste un fatto già di per sé tragico. «Quand’era piccolo – racconta – Carlo faceva le elementari a quello che ora si chiama “Circolo Didattico Giovanni XXIII”. Sin dalla tenera età si contraddistingueva per la sua bontà e il suo sorriso. Era un simpaticone, con tutti. Per questo lo soprannominammo “Carletto”, era buono e portava allegria».
Il dovere
Buono e simpatico, ma anche ligio al dovere. Un dovere a cui sembrava essere destinato. «Il suo sorriso e la sua bontà – racconta il familiare – non gli impedivano di svolgere al meglio il suo lavoro. Quando indossava la divisa era un “carabiniere vero”, era fatto per quel mestiere.
All’inizio venne spedito in Sicilia, poi tornò in Puglia facendo servizio a Bari. Prima di arrivare a Francavilla svolse servizio a Fasano, Ceglie e San Vito dei Normanni. Una volta, anni fa, lo incontrai e mi disse che avrebbe fatto il concorso da sottufficiale. Ne era felicissimo, amava quella divisa».
La famiglia
Carlo lascia due figlie gemelle di 15 anni e sua moglie Eugenia. Ieri mattina il via vai da casa sua era incessante. Carlo viveva nelle cosiddette “case anti racket” di Ostuni, delle case pensate per i dipendenti statali, per servitori dello stato esattamente come lui. Colleghi che hanno fisicamente (e non solo) dato conforto alla famiglia di Carlo recandosi dove viveva. Esattamente dove avrebbe dovuto passare la pensione, prima di essere strappato alla vita da un bandito senza scrupoli.