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Brindisi, falsi incidenti per intascare i risarcimenti delle assicurazioni: indagati anche avvocati e medici

Avvocati, medici e medici legali. Tra gli indagati nella maxi-indagine per i falsi incidenti stradali a Brindisi ci sarebbero anche loro, professionisti conosciuti e stimati in città che avrebbero, in modi diversi, compiuto reato associativo volto a truffare le assicurazioni. Nel dicembre 2022 i carabinieri di Brindisi effettuarono numerose perquisizioni domiciliari. Nella lente d’ingrandimento dei…
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Avvocati, medici e medici legali. Tra gli indagati nella maxi-indagine per i falsi incidenti stradali a Brindisi ci sarebbero anche loro, professionisti conosciuti e stimati in città che avrebbero, in modi diversi, compiuto reato associativo volto a truffare le assicurazioni.

Nel dicembre 2022 i carabinieri di Brindisi effettuarono numerose perquisizioni domiciliari. Nella lente d’ingrandimento dei militari tutto ciò che potesse provare l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata alle truffe assicurative. Non solo case, ma anche studi professionali vennero perquisiti da cima a fondo per scovare documenti che potessero provare quanto ipotizzato in Procura. Vennero sequestrati anche pc, telefoni e altri apparecchi elettronici. Inoltre, le perquisizioni coinvolsero anche i reparti in cui i medici prestavano servizio.

L’avviso di conclusione

E forse nei documenti, nei telefoni e nei pc qualcosa c’era. È stato infatti emesso l’avviso di conclusione delle indagini a ben 79 indagati. L’accusa più grave riguarda l’associazione a delinquere, contestata a 20 indagati. Secondo gli inquirenti, il gruppo avrebbe avuto l’obiettivo di organizzare truffe e falsificazioni per ottenere risarcimenti indebiti dalle compagnie assicurative, oltre a commettere reati di corruzione e contro il patrimonio.

A guidare la presunta rete sarebbero stati un avvocato e un medico legale. L’avvocato, in particolare, avrebbe ideato i falsi incidenti, gestito le pratiche di risarcimento e mantenuto i contatti con i finti danneggiati, curando anche la documentazione sanitaria utile a massimizzare i rimborsi. Il medico legale, invece, avrebbe gonfiato le proprie perizie nei casi in cui lavorava come consulente di una compagnia assicurativa.

Tra gli indagati figurano anche tre medici, uno dei quali in pensione, che avrebbero redatto falsi certificati. Altri tre medici legali, incaricati dalle assicurazioni per valutare i sinistri, avrebbero accettato compensi da 100 a 200 euro per ogni punto di invalidità attribuito, in accordo con il collega ritenuto ai vertici del gruppo. Infine, una decina di altri presunti complici si sarebbe occupata di reclutare persone disposte a fingere di essere coinvolte negli incidenti e di reperire le auto da utilizzare nelle messe in scena.

Una vicenda questa che, pur non essendosi conclusa, genera sdegno tra i cittadini e fa parlare di sé.

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