I numeri parlano da soli: 216 accessi in un solo giorno al Pronto soccorso di Brindisi, di cui 90 classificati come codici verdi. Tradotto: quasi la metà degli utenti non aveva bisogno di cure urgenti. Ma se il cittadino sceglie comunque il Pronto soccorso, non è solo per “irresponsabilità” – come lascia intendere la Asl – bensì perché i servizi di continuità assistenziale, le cosiddette guardie mediche, mostrano falle che nessuno sembra voler affrontare.
Le criticità
Gli orari lo dimostrano: nei giorni prefestivi e festivi la guardia medica è attiva solo in fasce spezzate (8-13 e 15.30-20). Dopo le 22.30 non si può più entrare, ma bisogna prima telefonare. Una complicazione assurda per chi si trova con un bambino con la febbre alta, un dolore improvviso o un disturbo notturno che genera paura.
E ancora: le sedi operative coprono a macchia di leopardo la provincia. Una rete fatta di numeri di telefono e indirizzi che, di fronte a un reale bisogno, diventano un labirinto. Non stupisce, allora, che il cittadino preferisca rivolgersi direttamente al Pronto soccorso, dove almeno sa di trovare un medico.
Ancora, i commenti sui social dicono cose interessanti: «Personalmente mi sono ritrovata delle volte a dover chiedere consiglio e supporto al farmacista dopo interminabili telefonate in guardia medica», scrive Carolina, mentre Federica incalza: «I medici di base sono reperibili solo nei loro orari di ambulatorio, per le emergenze loro stessi ci mandano in pronto soccorso!». Qualcuno racconta: «Noi siamo stati al pronto soccorso sabato 16 mattina: è inconcepibile che alla accettazione c’era solo un infermiere e doveva gestire forse più di 50 persone. E poi chi può dire che si corre così senza vero motivo, oggi hai paura a sentirti un dolore con tutto quello che si sente».
Le raccomandazioni
Il direttore generale della Asl, Maurizio De Nuccio, e il responsabile del Pronto soccorso del Perrino, Nicola Carlucci, hanno ammonito i cittadini: «Il Pronto soccorso non è un ambulatorio». Vero, ma resta inevasa la domanda centrale: perché i servizi alternativi non funzionano davvero come dovrebbero? Le guardie mediche, con orari ridotti e procedure complicate, non rappresentano un sufficiente presidio di prossimità. Intanto, gli ospedali collassano sotto l’ondata di codici verdi e bianchi.
La Asl chiede ai cittadini scelte “responsabili”. Ma finché non ci sarà un rafforzamento serio della medicina territoriale, il peso continuerà a scaricarsi sugli stessi reparti di emergenza e, inevitabilmente, sui pazienti più fragili.